AGI - "Quando ho parlato con Michele (Placido, ndr) due anni prima dell'inizio delle riprese ho visto nei suoi occhi uno sguardo, una febbre, un'urgenza incredibili. L'ispirazione vera me l'ha data proprio lui: mi ha trasferito questa sua urgenza di raccontare Caravaggio e ho pensato che questo personaggio fosse come Elvis Presley. Il riferimento era proprio Elvis Presley nella mia testa. Ho immaginato che Caravaggio fosse un ragazzo di provincia con una grande energia, una grande passione e un grande talento. E anche un grande rigore nei confronti di questa arte, della pittura".
Lo dice Riccardo Scamarcio parlando alla stampa sul palco della Festa del cinema del personaggio di Michelangelo Merisi che intepreta nel film di Michele Placido, 'L'ombra di Caravaggio', in programma stasera in prima mondiale nella Sala Sinopoli.
"Per primo ha rappresentato le immagini sacre in un modo totalmente diverso, partendo da un fondo nero e usando la luce in maniera magistrale - aggiunge l'attore - io ho cercato di dare al persoinaggio la stessa febbre che ho visto negli occhi di Michele e la stessa che ho io quando mi infervoro, ma allo stesso tempo ho cercato di espireme anche il suo lato fragilissimo perche', come tutti i grandi artisti, anhe questo fondamentale in lui".
Scamarcio racconta poi di essersi calato nel personaggio cercando i punti di contatto con Caravaggio: "Siamo entrambi dei provinciali, entrambi siamo arrivati a Roma mossi da una passione autentica, in me quella della recitazione e del cinema e in lui quella della pittura".