L a prima notte dell'Oscar dell'età moderna senza Henry Weinstein segue il copione più prevedibile, accantona sorprese e rivoluzioni e premia i superfavoriti.
Primo su tutti la "Forma dell'acqua" di Guillermo del Toro, che alla 90esima edizione dei premi dell'Academy era arrivato con ben 13 nomination (aveva già vinto il Leone d'Oro all'ultima Mostra del cinema di Venezia e il Golden Globe per la regia) ed esce dal Kodak Theatre con la statuetta di miglior film, e altre 3: miglior colonna sonora, miglior scenografia e miglior regia.
'Chiamami con il tuo nome', dell'italiano Luca Guadagnino, non va oltre la statuetta per la migliore sceneggiatura non originale.
Una serata politica
È stata una serata ad alta carica politica, piena di denunce del trumpismo e di impegni a sostenere gli immigrati e le minoranze, scrive Variety, e la vittoria stessa di Del Toro, per quanto annunciata, è un messaggio chiaro alla Casa Bianca.
In un momento in cui le tensioni stanno aumentando tra Stati Uniti e Messico e la volontà di Trump di andare avanti con il muro, è un'ulteriore prova dell'enorme talento cinematografico che attraversa il confine: è il quarto regista messicano a vincere l'Oscar per il miglior film negli ultimi cinque anni, unendosi ai suoi amici, Alfonso Cuaron ("Gravity") e Alejandro G. Inarritu ("Birdman", "The Revenant").
"Sono un immigrato", ha detto Del Toro nel discorso di accettazione "La cosa più grande che la nostra arte fa è cancellare le linee nella sabbia. Dovremmo continuare a farlo quando il mondo ci dirà di renderle più profonde"
Ma le 4 ore di diretta sono state segnate soprattutto dal crescente senso di indignazione e un crescente attivismo tra le donne, con un messaggio forte e chiaro: l'era del divano del casting è finita.
Una notte di record
E' stata anche la notte in cui alcuni record sono stati polverizzati e altri stabiliti: a 89 anni, James Ivory è diventato il più vecchio vincitore del premio Oscar, con quello per la miglior sceneggiatura per "Chiamami con il tuo nome". Jordan Peele, una star di Comedy Central, ha ottenuto il premio per la miglior sceneggiatura originale per "Get Out", uno dei i rari film horror a ottenere l'attenzione dell'Academy. Ovviamente perché il film va molto oltre la paura fine a se stessa e usa il genere per affrontare il tema del razzismo.
Perché ha vinto 'La forma dell'acqua'
L'idea vincente di Del Toro è una leggenda senza tempo che miscela il tema dell'amore a quello crudo della guerra fredda. Il suo ambizioso progetto ha portato Elisa (Sally Hawkins), la sua protagonista muta, a vagare attraverso scenografie epiche: dal laboratorio tenuto segreto dal governo americano dove lavora, all'umile e accogliente oasi rappresentata dal modesto appartamento che la protegge di notte poggiato sulla sala di un vecchio cinema del Maryland (Baltimora), che desterà l'attenzione della creatura anfibia (Doug Jones) che animerà il film e il cuore della sensibile donna.
Di cosa parla
"La forma dell'acqua" è ambientato nell' America dei primi anni Sessanta. Una creatura anfibia catturata in Sudamerica viene analizzata in un laboratorio governativo, dove il violento colonnello Strickland (Michael Shannon), nel frattempo, conduce sanguinosi esperimenti sull'uomo-pesce, e riceve dal suo superiore, il generale Hoyt (Nick Searcy), l'ordine di vivisezionarlo nella speranza che studiando la sua anatomia si possano ottenere preziose informazioni per la corsa allo spazio. In questo scenario anche i russi sono della partita.
Come è stato creato
Nel cast Richard Jenkins e la sempre brava Ottavia Spencer, entrambi candidati come migliori attori non protagonisti. Per realizzare quell'universo visionario voluto da Del Toro, il regista e il production designer Paul Austerberry hanno valutato innumerevoli materiali fotografici di archivio per la creazione delle scenografie. "Guillermo - ha raccontato Austerberry - ripete sempre che per prima cosa occorre creare un luogo ben radicato nella realtà in modo che diventi poi fantastico, quindi abbiamo tenuto conto del periodo storico in cui ha deciso di ambientare la storia. Il laboratorio in cui è situata la piscina coperta che ospita la creatura ha delle influenze high tech mantenendo l'aspetto di una sala degli orrori. Non volevamo un laboratorio sterile e luminoso, piuttosto l'idea era quella di realizzare un ambiente che creasse inquietudine - ha aggiunto -. La stanza della creatura è un labirinto di condutture, canali e camere cilindriche".
Guillermo Del Toro voleva trasmettere l'idea di un'officina medioevale, non moderna, un luogo che fosse simile ad una prigione con catene e tavoli chirurgici; a sua volta Austerberry è addirittura ricorso a delle immagini di una casa di cura francese o a delle vecchie foto di architetture portoghesi.