AGI - L'espressione 'genio e sregolatezza' non basta quando si pensa alla vita da romanzo, o meglio, da film, del pluripremiato regista Roman Polanski. Tra polemiche mai sopite, scandali, denunce e amori travagliati, IL 18 agosto Polanski raggiungerà l'invidiabile traguardo dei 90 anni, nel suo caso sicuramente vissuti a pieno.
Di appendere la cinepresa al chiodo ovviamente non se ne parla. Le porte dell'ottantesima mostra del cinema di Venezia si spalancheranno per lui nuovamente dal 30 agosto, quando presenterà "The Palace", dopo il trionfo incassato sulla Laguna nel 2019 con 'L'ufficiale e la spia', vincitore del Gran Premio della Giuria.
Una "splendida commedia noir"
Le aspettative nei confronti della sua nuova fatica cinematografica non sono da meno. Con un cast internazionale d'eccezione (tra gli altri Oliver Masucci, Fanny Ardant, Bronwyn James, John Cleese, e Mickey Rourke) e una sceneggiatura firmata da Polanski e dal grande Jerzy Skolimovski, 'The Palace' è stato annunciato come una "splendida commedia noir" arricchita da musica originale e un numero imprecisato di "eccentriche comparse".
Nel cast, in quest'occasione, c'è anche l'amico di una vita, il produttore Luca Barbareschi, grande estimatore di Polanski, "un uomo di grande gentilezza e bontà", oltre a essere "l'artista straordinario" noto a tutti, ha detto parlando di lui e dell'esperienza sul set di 'The Palace'.
Possibile un nuovo processo in Francia
Il ritorno di Polanski a Venezia, dopo aver festeggiato i suoi 90 anni, sta intanto accendendo la curiosità dei media internazionali. Come ha ricordato l'agenzia stampa Efe, il cineasta franco-polacco, nato a Parigi il 18 agosto 1933, "non può recarsi in Paesi dove rischia l'estradizione" e anche l'anno prossimo rischia di tornare in tribunale per rispondere delle accuse di abusi sessuali denunciati dall'attrice inglese Charlotte Lewis su fatti risalenti all'inizio degli anni '80.
Quest'ultimo film è stato girato a Gstaad, dove Polanski ha casa, sullo sfondo delle splendide Alpi svizzere, e racconterà il Capodanno del 1999, in un lussuoso hotel dove si incrociano i destini di clienti e lavoratori. Sentire che il Lido sta per riaccendere i suoi riflettori su questo geniale ma controverso regista, ha provocato - riferisce Efe - "una nuova ondata di indignazione associata al suo nome". Tanto che il direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera, ricorda l'agenzia, ha chiarito a luglio, in un'intervista rilasciata alla rivista Variety, che il clamore "nel caso di Polanski è paradossale. Sono passati sessant'anni e Polanski ha ammesso le sue responsabilità. Si è scusato. È stato perdonato dalla vittima. La vittima ha chiesto la fine della vicenda".
Intanto, fanno trapelare gli amici del cineasta, Polanski si appresta a festeggiare, a Parigi, con la moglie Emmanuelle Seigner, i figli Morgana ed Elvis, e un ristretto gruppo di amici, il grande traguardo raggiunto. Conoscendo la genialità e l'instancabile natura del regista, c'è da scommettere che non sarà certo l'ultimo.