AGI - Vedere un film di Charlie Chaplin sul grande schermo è evento raro ed entusiasmante al contempo. Se poi si tratta di un capolavoro assoluto della storia del cinema, la prima pellicola in cui Charlot si sdoppia e fa sentire la sua voce al mondo, in cui le musiche - sempre curatissime e create dallo stesso Chaplin - sono eseguite per la prima volta al mondo dal vivo da un'orchestra diretta da Timothy Brock sulla partitura che lo stesso direttore ha restaurato, allora hai un risultato eccezionale. Se poi inserisci questo spettacolo in una cornice unica al mondo, le Terme di Caracalla, allora le emozioni diventano ancora più estreme.
È quello che è accaduto venerdì sera quando sullo schermo posto sul palco del complesso archeologico romano 'The Great Dictator' (Il grande dittatore, 1940) ha aperto il Caracalla Festival 2023, stagione estiva del Teatro dell'Opera. Per la prima volta il film è stato proiettato con le musiche eseguite dal vivo da un'orchestra diretta da Timothy Brock, musicista che da anni cerca, recupera e valorizza le partiture che Chaplin ha scritto per i suoi film: dodici partitura comprese quelle per 'Il monello' (1921), 'La febbre dell'oro' (1925), 'Il circo' (1928) a 'Luci della citta'' (1931).
"Pochissimi film sonori furono proiettati con orchestra dal vivo all'epoca (del muto) e pensavo che sia questa colonna sonora che quella di 'Luci della ribalta', per la quale Chaplin ha vinto l'Oscar, fossero strettamente limitate a potenziali sale da concerto - ha detto il direttore Timothy Brock - ma ora che la tecnologia ci offre questa possibilità e che la famiglia Chaplin è d'accordo, è un'altra occasione per testimoniare la bravura di Chaplin come compositore".
A Caracalla Brock ha diretto l'Orchestra del Teatro di Roma la cui presenza sul palco, sotto il grande schermo su cui scorrevano le immagini di 'The Grat Dictator', in versione originale con sottotitoli, si è amalgamata magnificamente con le scene del film e ha fatto da contraltare, con le musiche suonate dal vivo alla voce particolare, alla recitazione a tratti scattante di Charles Chaplin. Brock è specializzato in opere da concerto del primo Novecento e in esecuzioni dal vivo di film muti. Dal 1998 lavora con la famiglia Chaplin per il recupero delle colonne sonore dei film di Charlot.
Il metodo Charlot
La prima mondiale di 'The Great Dictator' con orchestra dal vivo, interrotta per una ventina di minuti a causa di una leggera pioggia caduta su Roma nella serata di ieri, ha permesso al pubblico di godere appieno delle musiche che Chaplin ha scritto insieme a Meredith Wilson nel 1940.
L'allora 38enne compositore americano, contattato da Chaplin che aveva sentito la sua seconda sinfonia 'Mission of California', raccontò così il metodo di lavoro col grande Charlot. "Abbiamo suddiviso il film in 70 sequenza musicali e passammo settimane ad adattare la musica originale ad ognuna di queste sequenze. Ogni nota musicale del film - ha detto Wilson - a eccezione di un estratto della 'Danza ungherese n.5' di Brahms e di un pezzo del preludio del terzo atto del 'Lohengrin' di Wagner, che sono stati inseriti nel film, il resto è tutto originale".
Ora Timothy Brock con l'orchestra del Teatro di Roma ha reso viva più che mai la colonna sonora, creando un magnifico parallelo tra le immagini e la musica che si fondono in momenti iconici dando al capolavoro di Chaplin nuova forza. Tra le tante scene del film, due in particolare devono parte della loro forza proprio alla musica.
Due sequenze entrate nella storia
Ne parla lo stesso Brock: "Chaplin è sempre stato un ardente ammiratore e profondo conoscitore della musica sinfonica classica, che utilizza in quasi tutti i suoi film - spiega il compositore - qui ci ha regalato due sequenze, ormai divenute paradigmatiche per entrambi i personaggi che interpreta ne 'Il grande dittatore', nel vero linguaggio del cinema muto, nessuna delle quali contiene dialoghi: la 'Danza ungherese n. 5' di Johannes Brahms fornisce al barbiere un accompagnamento molto animato che ispira una vivace rasatura a un ignaro cliente (Chester Conklin)".
Poi c'è la scena del mappamondo, una delle più famose della storia del cinema. "Per un effetto ancora maggiore - dice Brock - la 'Bubble Dance' utilizza, in un panorama sublime, il preludio del 'Lohengrin' di Richard Wagner. Qui Chaplin-Hynkel ha il mondo sulla punta delle dita, mentre la natura delicata ed eterea della musica cattura, in modo così poetico, la fragilità del mondo sull'orlo della guerra".
Parlando ancora della colonna sonora, Brock aggiunge: "Credo anche che 'Il grande dittatore' contenga una delle composizioni più belle e ispirate che Chaplin abbia mai scritto: 'Hope Springs Eter-nal' è un brano lento e struggente che l'autore utilizza inevitabilmente nei momenti più bui del film, come a fornire un barlume di speranza quando tutto sembra perduto. Chaplin conosceva e capiva il potere della musica, ed è per questo che la componeva sempre da solo: era troppo importante per lasciarla ad altri compositori", conclude.