AGI - Protagonista di oltre un quarto di secolo della politica, dell'economia e della cultura italiana, la figura di Silvio Berlusconi ha interessato (e affascinato) anche il mondo del cinema. Mondo che lo ha visto impegnato anche come produttore prima con la Penta Film (joint venture tra Cecchi Gori Group e Silvio Berlusconi Communications con cui vinse un Oscar con 'Mediterraneo' di Gabriele Salvatores nel 1991) e poi con Medusa Film (Oscar nel 2014 per 'La grande bellezzà di Paolo Sorrentino).
Il Caimano
Su di lui - o 'con' lui - sono stati realizzati diversi film, alcuni molto famosi. A partire da 'Il caimanò, pellicola del 2006 di Nanni Moretti che ha vinto sei David di Donatello, celebre per la sua visione quasi profetica della storia di Berlusconi. Con un finale che nella realtà (fortunatamente) è diverso da quello poi avvenuto ma che per certi versi è ugualmente drammatico e presenta alcune sequenze di fantapolitica che si sono rivelate, negli anni successivi all'uscita del film, quasi profetiche. La storia racconta di un produttore cinematografico di film di serie B, Bruno Bonomo, che negli anni Settanta si dedicava al cinema trash assieme alla moglie.
Per risollevarsi da una situazione difficile su ogni fronte, dal professionale al privato. La sua casa produttrice sta per fallire e non è da meno il suo matrimonio. Tutto ormai cade a pezzi nella sua vita quando improvvisamente arriva come un deus ex machina Teresa, una giovane regista con un copione in mano. Il film che vorrebbe girare si intitola 'Il caimanò e racconta la vita di Silvio Berlusconi.
Nel corso della realizzazione, però, incontrerà molti problemi e riuscirà a girare solo una scena, quella finale, in cui Berlusconi è in tribunale durante una sentenza e viene condannato a 7 anni. I sostenitori del leader di Forza Italia si scaglieranno sui giudici e in città scoppierà una rivoluzione. L'espediente di partenza, ossia un film su un film su Berlusconi, consente uno scarto narrativo, un'angolazione obliqua che conferisce complessità, respiro e originalità alla storia.
Malgrado Nanni Moretti abbia sempre detto che 'Il caimanò è una "pellicola non politica", una storia di una coppia in cui la politica fa soltanto da cornice, negli anni questo film ha assunto sempre di più questa caratteristica e 'Il caimanò è diventato - oltre che per il titolo - una sorta di manifesto politico. A calarsi nei panni di Berlusconi ci sono Michele Placido, Elio De Capitano e lo stesso Nanni Moretti mentre il protagonista è interpretato da Silvio Orlando. Alla pellicola partecipano anche diversi registi in veste di attori: Paolo Virzi', Giuliano Montaldo, Matteo Garrone, Carlo Mazzacurati e Paolo Sorrentino. Quest'ultimo, che nel 2018 ha dedicato alla figura berlusconiana il suo film in due parti 'Lorò, interpreta il marito di Aidra in 'Catarattè, uno dei B-movie di successo del periodo roseo della casa di produzione del protagonista Bruno Bonomo.
"Loro", secondo Sorrentino
L'altro film più famoso e fortunato che vede Berlusconi protagonista è uno a lui dedicato esplicitamente proprio da Paolo Sorrentino. Un film molto lungo che il regista premio Oscar ha fatto uscire diviso in due parti: 'Loro 1 e 2', che racconta per filo e per segno la vita di Silvio Berlusconi. Cercando di ripetere la grande prova di 'Il Divò, film su Giulio Andreotti del 2008 che ha vinto il Gran premio della Giuria al festival di Cannes, Sorrentino si affida ancora al suo attore-feticcio Toni Servillo per raccontare a modo suo le vicende professionali che si intrecciano con quelle politiche e inevitabilmente con quelle private di questo personaggio molto difficile da narrare.
Parlando del film, Sorrentino ha voluto sottolineare la scelta narrativa: "Ecco come l'ho immaginato: il racconto dell'uomo, innanzitutto, e in modo solo marginale del politico. Si potrebbe obiettare che si sa molto non solo del politico, ma anche dell'uomo. Io ne dubito. Un uomo è, per quanto mi riguarda, il risultato dei suoi sentimenti più che la somma biografica dei fatti. Quindi, all'interno di questa storia, la scelta dei fatti da raccontare non segue un principio di rilevanza dettata dalla cronaca di quei giorni, ma insegue unicamente il fine di provare a scavare, a tentoni, nella coscienza dell'uomo". Poi ha spiegato ancora: "Silvio Berlusconi è probabilmente il primo uomo di potere a essere un mistero avvicinabile.
è sempre stato un infaticabile narratore di se stesso - ha detto - e un simbolo, a differenza di un comune essere umano, è una proprietà comune. E dunque, in questo senso, rappresenta anche una parte di tutti gli italiani. Ma, naturalmente, Silvio Berlusconi è molto altro. E non è facile esprimere una sintesi. Per questo devo chiedere aiuto a chi è molto più bravo di me: Hemingway. In 'Fiestà, Hemingway scrive: 'Non c'è nessuno che vive la propria vita sino in fondo, eccetto i toreri'. Ecco, parafrasando, forse l'immagine più compendiaria che si può avere di Silvio Berlusconi è questa: un torero".
La serie 1992
Restando nella fiction, non si può non ricordare la serie tv in tre stagioni '1992', '1993' e '1994' la trilogia targata Sky Atlantic e diretta da Giuseppe Gagliardi prodotta e interpretata da Stefano Accorsi che rappresenta gli avvenimenti nevralgici, le figure in primo e secondo piano e le dinamiche umane di un triennio che ha cambiato per sempre la storia del nostro Paese. La terza stagione, '1994' è quella in cui è protagonista la figura di Berlusconi, che viene trattata in maniera storica seppure in un contesto di fiction. L'attore che interpreta l'ex Cavaliere nella serie, Paolo Pierobon, ha raccontato di aver preso spunti dalla realtà e di averli "miscelati con invenzioni totali. Anche perchè la serie ci mostra in alcune sequenze un Berlusconi nell'intimità.
Davanti alle telecamere e al pubblico, Silvio è sempre performativo, istituzionale, ma quando crede di non essere ripreso, qualcosa nel ritmo cambia. Per esempio, nelle intercettazioni la sua voce è sempre stanca e per certi versi risulta più sincera, più umana". Passando quindi dalla fiction ai docufilm, sono da segnalare, tra i tanti che si sono interessati al fondatore di Forza Italia, due che più di altri meritano attenzione. Il primo è 'Videocracy - Basta apparirè, un documentario diretto da Erik Gandini, un regista e produttore italiano naturalizzato svedese, che analizza come in Italia la televisione abbia il potere di influenzare la popolazione in quanto unica fonte di informazione per molti (almeno fino al 2009, anno in cui il film è uscito).
Nel documentario l'autore parte dal rapporto strettissimo tra l'impero mediatico di Silvio Berlusconi e il suo potere politico, sostenendo la tesi che il possesso di reti tv sia stata la fonte primaria del consenso nei suoi confronti. Da questo assunto, discende che con l'avvento della televisione commerciale anche nuovi valori (o disvalori) sono penetrati nella società. E tutti hanno come comun denominatore l'assunto che è più importante l'apparenza della sostanza, cosa che viene espressa in maniera esplicita da Lele Mora, che a fine film dirà proprio: "Basta apparire". Oltre a Berlusocni nel docufilm compaiono molti altri personaggi, da Fabrizio Corona a Simona Ventura, da Umberto Smaila a Gigi Sabani, Pippo Franco, Luca Laurenti, Poalo Bonolis e Flavio Briatore. C'è poi un docufilm italiano fatto da un maestro del genere, quel Roberto Faenza che molti anni fa realizzò (con Silvano Agosti) un documentario dal titolo profetico, 'Forza Italià, in cui derideva i politici della Dc.
"Silvio forever"
Un film geniale ma sfortunatissimo: usci' nel 1978, poco prima del rapimento e l'omicidio di Aldo Moro, e costò a lui e agli altri autori l'ostracismo dei politici di allora (lo stesso Faenza fu costretto ad andare a lavorare all'estero). Faenza nel 2011 realizzò con Filippo Macelloni 'Silvio Forever', pellicola che vede in qualità di sceneggiatori i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, già autori del libro inchiesta 'La castà: il documentario contiene numerosi filmati d'epoca, tra i quali lo spezzone di un'intervista che Berlusconi rilasciò a Enzo Biagi nel 1987, il bacio di Roberto Benigni ai Telegatti '87 e il discorso in cui annunciò la sua "discesa in campo", trasmesso da tutte le televisioni italiane. 'Silvio Forever' ha come voce narrante a commento delle vicende raccontate quella di Neri Marcorè, attore capace di imitare in maniera esilarante la tipica cadenza di Berlusconi.
Dalla madre del Cavaliere, Rosa Bossi, che difende il figlio come ci si potrebbe aspettare da qualsiasi mamma, fino all'iter studiorum di un giovane Silvio, sempre brillante e in grado di conciliare studio e lavoro (ha lavorato come cantante sulle navi da crociera e come venditore porta a porta), la sua vita sotto ogni aspetto viene attentamente analizzata. Non mancano inoltre le testimonianze autobiografiche: Berlusconi in persona racconta del suo rapporto con una ballerina francese negli anni in cui viveva a Parigi e spiega che il padre Luigi ha voluto troncare questa liaison, richiamandolo in Italia. Inizierà cosi' nel nostro Paese la sua attività di imprenditore immobiliare, immediatamente coronata dal successo (basti pensare a Milano 2 e Milano 3). Nel film prendono parola anche diversi giornalisti, da Indro Montanelli a Marco Travaglio.
Nelle immagini di repertorio ci sono noti personaggi dello spettacolo e della cultura, da Roberto Benigni a Mike Bongiorno, da Dario Fo a Raimondo Vianello.
Un ultimo accenno merita anche 'Belluscone - Una storia sicilianà, un film che mette in risalto i rapporti finanziari e le amicizie dell'ex Cavaliere in Sicilia e lo fa nell'inconfondibile stile di Franco Maresco. Infine una curiosità: le vicissitudini giudiziarie di Berlusconi, il caso Ruby e le 'olgettinè non poteva non essere oggetto dell'attenzione del mondo dell'hard. L'arguto porno-regista fiorentino Silvio Bandinelli ha dedicato almeno tre pellicole a luci rosse alle vicende dell'ex Cavaliere: 'Abuso di potere', 'Forza, Italia' e 'Bunga Bunga presidente!'.