AGI - Frida Kahlo e le donne che protestano in Iran sono le fonti di ispirazione dell’attrice belga di origine marocchina Lubna Azabal, premiata per la sua carriera e l'interpretazione di personaggi femminili forti e fragili al tempo stesso dal Medfilm festival, giunto alla sua Ventottesima edizione.
Protagonista del film Le Bleu du Caftan, presentato a Cannes la scorsa primavera e candidato del Marocco al prossimo Oscar per il miglior film straniero, interpreta Mina, una donna indebolita fisicamente dalla malattia ma forte e generosa nell’amore per il marito Halim; non tanto un “film d’amore” quanto un film “sull’amore” secondo la regista Maryam Touzani.
Per riuscire a interpretare un personaggio così forte psicologicamente pur nel progredire della sofferenza fisica, Lubna Azabal ha perso 9 chili e si è ispirata alla pittrice Frida Kahlo: “il suo amore incondizionato per Diego Rivera nonostante le sofferenze di un rapporto intensissimo ma difficile mi ha guidato nell’interpretare questo amore profondo, generoso ma anche fragile, a fianco di un partner eccezionale come Saleh Bakri: alla fine non recitavamo nemmeno più”, ha spiegato Azabal a Roma dopo la proiezione del film in anteprima italiana.
L’attore palestinese d’Israele Bakri è Halim, il raffinato ricamatore di caftani, “maalem”, la cui omosessualità “segreta” e l’amore per il giovane apprendista Youssef sono accettati e alla fine anche incoraggiati dalla moglie malata.
L'attrice, nata a Bruxelles nel 1973 da un padre marocchino-berbero e da una madre spagnola, ha raccontato un'adolescenza difficile, durante la quale, ha detto dal palco del Savoy, "mai avrei pensato un giorno di trovarmi davanti a voi per ricevere un premio così importante".
A far soffrire la giovane Lubna fu soprattutto la precoce perdita dell’adorato fratello maggiore, che l’aveva iniziata alla conoscenza del mondo e alla poesia: "ha deciso di lasciare questa terra quando aveva 24 anni, e io solo 13.
Da allora ho sempre combattuto per affrontare un immenso dolore: volevo diventare reporter di guerra, ma il destino ha deciso diversamente, e solo trasformandomi nelle donne che interpreto riesco a non soffrire", ha raccontato l’attrice teatrale e di film come Lontano (2002); Exils (2004), Paradise Now (2005), Ustica (2016) e Adam (2019).
Poco prima del film di Touzani, un caro amico di Azabal è morto di cancro “mantenendo fino alla fine lo sguardo e il sorriso di chi vuole vivere: è stata una tragedia, ma anche un insegnamento prezioso".
"Quello di Mina è un personaggio straordinario, ma io conosco solo donne così: forti nella fragilità e senza paura - ha detto ancora l'attrice - Guardate quello che succede in Iran: dice tutto. Le donne non vogliono essere relegate al ruolo di vittime anche quando soffrono, combattono e sorridono. Anche mia madre è così. Queste sono le donne che mi piace interpretare”.