AGI - Travolto, a volte 'distratto' dalla pandemia di Covid, il mondo ha abbassato la guardia di fronte alle altre emergenze sanitarie e su tutte quella legata al diffondersi dell'Hiv. Tanto che l'Istituto superiore di Sanità ha rilevato che nel 2020 la prevalenza di questo virus tra le persone con infezioni sessualmente trasmesse ha raggiunto il 15% e si stima che il 10% non sia consapevole di essere positivo.
Per riportare l'attenzione sulla diffusione dell'Hiv si mobilita anche il cinema più giovane, quello che emerge dalle scuole di spettacolo e si discosta dalle impronte ormai lontane di pietre miliari come 'Philadelphia' per trovare una cifra narrativa propria.
Il cortometraggio “Non è finita qui”, realizzato da Benedetta Fontana, studentessa della Rome University of Fine Arts, sarà proiettato alle 20,30 di sabato 16 luglio nella Sala Roma a Nocera Inferiore, in collaborazione con l’Associazione Nazionale 'No Aids Odv' e la Sala Roma del comune del Salernitano.
L'opera affronta gli stereotipi, i pregiudizi e i luoghi comuni che ancora riguardano il sesso e la sessualità a fronte di una diagnosi di Hiv. Interpretato da Emanuele Maria Di Stefano, Giovanni Marra e Alessio Simonetti, racconta la storia di Gabriele, un ventenne della Roma bene, che scopre improvvisamente di aver contratto il virus dopo un rapporto non protetto con una ragazza. Attorniato da amici vacui e ignoranti, si ritrova costretto a dover andare a una festa dove diventa l’agnello sacrificale, vittima delle voci e dei comportamenti tipici di un machismo “tossico” e di una superficialità diffusa.