AGI - Una regista che ha fatto la storia della commedia italiana contribuendo a farla apprezzare a Hollywood, dove fu la prima donna a concorrere all'Oscar per la miglior regia per poi ricevere la statuetta alla carriera: con Lina Wertmuller, spentasi nella sua casa romana all'età di 93 anni, se ne va una guida e un'icona per le registe di tutto il mondo, da Jane Campion a Isabella Rossellini.
Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, questo il nome all'anagrafe, aveva iniziato questo mestiere quando erano pochissime le colleghe a farlo e i suoi film hanno messo d'accordo pubblico e critica.
Un ruolo, quello delle donne nel cinema, che aveva rivendicato anche in occasione dell'Oscar alla carriera: "Bisogna cambiare il nome a questa statuetta, chiamiamolo con un nome di donna, Anna", aveva scherzato. Era vedova da 13 anni, dall'aprile del 2008, quando il marito e scenografo teatrale Enrico Job morì a Roma all'età di 74 anni.
Nata a Roma il 14 agosto 1928, origini aristocratiche e svizzere, la giovane Lina si sentì attratta subito da quel mondo tanto che a diciassette anni si iscrisse all'Accademia teatrale di Piero Sharoff e per un periodo fu anche regista e animatrice del teatro dei burattini di Maria Signorelli.
L'esordio sul grande schermo come segretaria di edizione arrivò con "...e Napoli canta!" di Armando Grottini (1953) e più avanti fu aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole "La dolce vita" (1960) e "8 1/2" (1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia.
Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all'italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l'attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi "Mimi' metallurgico ferito nell'onore" (1972), "Film d'amore e d'anarchia - Ovvero Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..." (1973), "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" (1974), "Pasqualino Settebellezze" (1976), "La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia" (1978) e "Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici" (1978).
Per "Pasqualino Settebellezze", che ha successo anche negli Stati Uniti, la Wertmuller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista.
Lina Wertmuller è la prima donna a essere candidata alla vittoria dell'Oscar come miglior regista; dopo di lei ci saranno solo Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Emerald Fennell e Chloè Zhao, rispettivamente nel 1994, 2004, 2010 e 2021.
Il 1983 è l'anno di 'Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada', film che affronta con leggerezza e coraggio il tema del terrorismo. Del 1986 è la prima delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa in diretta su Rai 1.
Nel 1997 dirige una Bohème all'Opera di Atene. È autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali, da Due più due non fa più quattro (1968) e Fratello sole, sorella luna (1972) (entrambi per la regia di Franco Zeffirelli) a L'esibizionista (1994), da Gino, Ginetta e gli altri (1995) a Lasciami andare madre (dal libro di Helga Schneider, con
Roberto Herlitzka nella parte della vecchia madre).
Nel 1987, su proposta di Bettino Craxi, venne inclusa tra i membri dell'Assemblea nazionale del PSI. Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 torna alla satira politica con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti come nuovi Giannini-Melato. Due anni dopo, per la prima volta si cimenta nel doppiaggio: è la voce di Nonna Fa in Mulan.
Dopo la ricostruzione storica Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmuller torna dietro la macchina da presa con la serie televisiva Francesca e Nunziata del 2001 con Sophia Loren e Claudia Gerini, e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia del 2004 sempre con la Loren protagonista, che però, nonostante le proteste della regista, viene distribuito in poche sale cinematografiche e solo un paio d'anni dopo la produzione.
Il successivo Mannaggia alla miseria del 2008 con Gabriella Pession e Sergio Assisi è trasmesso direttamente in prima serata su Rai 1 il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le è conferito il David di Donatello alla carriera. Nel 2013 recita un cameo nel film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente!, nel ruolo di membro dei poteri forti, insieme con il collega Pupi Avati, il critico Steve Della Casa e il giornalista Fabrizio Rondolino.
Le reazioni
"Con Lina Wertmuller se ne va una leggenda del cinema italiano, una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all'Oscar per la miglior regia. Roma le dara' l'ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio". Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Con #LinaWertmüller se ne va una leggenda del #cinema italiano, una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all'Oscar per la miglior regia. #Roma le darà l'ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio. pic.twitter.com/Vs3hu4Ye6B
— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) December 9, 2021
"Il talento c'è o non c'è. E Lina Wertmuller ne aveva tanto. Così come l'arguta raffinatezza nel raccontare l'Italia e gli italiani, i pregi, i difetti e il carattere. Onore ad una grande donna del cinema italiano ed internazionale, ad una grande italiana". Così su Twitter il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini ricorda la regista scomparsa oggi.
"L'Italia piange la scomparsa di Lina Wertmuller, una regista che con la sua classe e il suo stile inconfondibile ha lasciato un segno perenne nella nostra cinematografia e in quella mondiale. Prima regista donna a essere candidata all'Oscar per 'Pasqualino settebellezze' nel 1977, premio Oscar alla carriera nel 2020, ha avuto una carriera lunga e intesa, consegnandoci opere alle quale ognuno di noi resterà per sempre legato. Grazie, Lina". Lo ha affermato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, commentando la scomparsa di Lina Wertmuller.
(Aggiornato alle ore 13,52)