AGI - Attore, regista, produttore cinematografico e sceneggiatore, Sean Penn compie sessant'anni ma non ha nessuna intenzione di fermarsi. Sia nel lavoro visto che 'Flag Day', il suo ultimo film dove recita insieme alla figlia Dylan e al figlio Hopper, è in fase di post-produzione. E sia nella vita privata visto che, solo qualche settimana fa, è convolato a nozze per la terza volta con l'attrice 28enne Leila George. "Nozze-Covid", come lui stesse le ha descritte.
Del resto, quella di Penn è stata una vita (e una carriera) di successi cinematografici, impegno sociale, gossip e politica. Due Oscar come miglior attore, nel 2004 per Mystic River e nel 2009 per Milk, su cinque nomination in totale. Un Golden Globe, sempre per Mystic River. Tanti altri premi minori, in giro per il mondo, grazie a una carriera iniziata 45 anni fa quando nel 1974, appena 14enne, partecipa a un episodio del telefilm "La casa nella prateria".
Poi il passaggio al Cinema con "Taps-Squilli di rivolta", accanto a un altro giovane attore di belle speranze come Tom Hanks. La svolta avviene con film come "Dead Man Walking" e "Carlitòs Way" che gli valgono due candidature ai Golden Globe rispettivamente come miglior attore drammatico e migliore attore non protagonista. Ma Penn ha recitato in molti altri film che hanno fatto la storia del grande schermo: da "La sottile linea rossa" a "21 grammi", da "Mi chiamo Sam" a "The Tree of Life". Nel 2011 è il protagonista del primo film in inglese di Paolo Sorrentino, "This Must Be the Place".
Nel 1991 Penn esordisce alla macchina da presa girando "Lupo Solitario" il cui intento è dipingere senza filtri la disperazione della provincia americana. Gira altri 4 film,: "The Gunman", "3 giorni per la verità", "La promessa" e, soprattutto, "Into the Wild" tratto dal romanzo di Jon Krakauer. Il regista racconterà di aver deciso di scriverne la sceneggiatura dopo aver trovato per caso il volume in una libreria di Los Angeles.
Anche la vita di privata di Sean Penn sarebbe degna di diventare una sceneggiatura. Il terzo matrimonio, celebrato su Zoom ai tempi della pandemia, è solo un'ultima pagina (Leila "è la donna della mia vita", ha dichiarato) di una storia che ha visto la partecipazione di grandi personaggi dalla spiccata personalità.
A partire dalla prima moglie, Madonna. I due sono stati una della coppie più note e seguite degli anni '80, tra atteggiamenti ribelli e passioni senza limiti, fin dall'incontro sul set del video "Material girl", canzone che ha consacrato come icona pop la cantante-diva di origine italiana. Si sposano a Malibù il 16 agosto del 1985 con i fotografi costretti a noleggiare degli elicotteri pur di scattare le foto dall'alto. Penn non la prende bene tanto da scrivere un chiaro messaggio sulla sabbia 'F... off'. La prima, non l'ultima, esternazione di rabbia che spesso porta Penn a comparire in rotocalchi e giornali scandalistici. Nel 1987, ad esempio, l'attore è stato condannato a 33 giorni di prigione per aggressione a un (altro) fotografo. Nel 1989 la storia con Madonna finisce e la coppia, burrascosamente, divorzia.
Il secondo importante atto di questa storia avviene nel 1996. Dopo 7 anni di fidanzamento, Sean Penn sposa l'attrice Robin Wright (nota per film come "Forrest Gump" e serie tv come "House of Cards") con cui aveva già avuto due figli (gli stessi che recitano in Flag Day). I due si separano quattro anni dopo. Nel 2011 Sean Penn ha una relazione con Scarlett Johansson e poi, quella più nota ai giornali, con Charlize Theron, iniziata nel 2014 e terminata appena un anno dopo, per il disappunto dei fan di entrambi. Poi l'arrivo di Leila George, figlia di due star come Greta Scacchi e Vincent D'Onofrio e le già menzionate nozze: "Abbiamo chiamato un giudice di pace e l'abbiamo fatto qui in casa in pochi minuti. Con noi c'erano i miei due figli e il fratello di Leila".
Nella vita di Sean Penn c'è spazio anche per l'attivismo, politico e sociale. Oltre ad aver appoggiato pubblicamente la candidatura e la presidenza di Barack Obama, l'attore si è sempre schierato con la comunità Lgbt sostenendo le loro battaglie per maggiori diritti. Non può essere dimenticata, in questo breve quadro di sessant'anni d'esistenza, l'intervista che Penn ottenne con il capo della droga messicana, El Chapo, pubblicata su Rolling Stone. È il 2015 e l'obiettivo dichiarato dell'attore era quello di "avviare una riflessione sulla battaglia contro la droga". Un obiettivo non raggiunto: "un terribile rimpianto" per Penn. Quel dialogo così esclusivo venne molto criticato soprattutto per le questioni etiche toccate dai due interlocutori. Un dialogo che aveva fatto molto clamore in tutto il mondo come, del resto, tutta la vita del sessantenne Sean Penn. (AGI)