Quella di “Radio cortile”, film realizzato con soli 10 mila euro, è una bella storia che somiglia un po’ a quella di “Tre metri sopra il cielo” il romanzo d’esordio di Federico Moccia cui nessun editore all’inizio dava credito, tanto che prima di diventare un best seller si fece strada con gli studenti che si passavano le fotocopie stampate dallo stesso Moccia.
Qui siamo invece in campo cinematografico. E l’artefice del film a lieto fine produttivo, che prima nessuno filava e ora è l’unico prodotto italiano indipendente della piattaforma Amazon Prime Italia, in lista vicino alle grandi serie e ai film americani si chiama Francesco Bonelli. Romano, nipote di Luigi Comencini, ha cominciato la sua carriera come attore (era il piccolo Eugenio del famoso comenciniano “Voltati Eugenio”, con Dalila Di Lazzaro) prima di darsi alla regia, all’inizio come aiuto di Ettore Scola, poi con Ricky Tognazzi e Simona Izzo e quindi in proprio, a teatro e poi per il grande schermo. L’anno scorso al cinema è uscito il suo “Anche senza di te” con Miriam Catania e Nicolas Vaporidis, poi venduto in sei paesi.
Ma nel cassetto gli era rimasto, appunto "Radio Cortile", il suo film d’esordio che si svolge in una emittente radiofonica. “E’ un film umoristico ma anche amaro, sul linciaggio mediatico delle persone indifese” racconta Bonelli all’Agi. Il regista è anche il protagonista del film, “Un dj che per mestiere sputtana tutti. La sua forma di spettacolo sono le notizie cattive, quelle che fanno a pezzi le persone. Quando è obbligato ad intervistare Nadia, l'amante del suo capo, una cantante dal passato molto discutibile e pieno di ombre, lo fa a modo suo, distruggendola, ma dopo quella intervista il suo mondo cambierà per sempre in modo totalmente imprevedibile”.
La trama è intrigante, ma lo è ancora di più la genesi e la storia produttiva del film, che sembrano, da sole, un altro film: “Cinque anni fa mi era appena saltato “Terra promessa” con una famosa produzione, protagonisti Massimo Ghini e Laura Morante, un progetto che adesso si è rimesso in moto” racconta Bonelli. “Ero furibondo e avevo questo altro copione, che mi piaceva molto scritto da me con Claudio Dedola, nel 2013”.
Attaccandosi al telefono Bonelli era riuscito a mettere su un gruppo di bravissimi attori, tecnici, amici, musicisti: “Tutto è successo come per incanto. Non c’erano soldi, hanno partecipato tutti e abbiamo raccolto 10 mila euro. Io mi sono messo a lavorare come un pazzo prima per sei settimane di riprese e poi al montaggio, per oltre sei mesi”. Durante il film, poi, all’attore-regista ne sono successe parecchie: “Mentre giravo mi comunicavano che a casa mi avevano staccato la luce, o che lo scenografo era improvvisamente volato in Russia a fare un altro film”.
Finito il film, nel 2016, è iniziato il calvario della distribuzione. “È complicato per tutti trovarla, figuriamoci per uno fatto con soli 10 mila euro” chiarisce. “Alla fine siamo riusciti ad andare in visione in un cineclub romano, l'Apollo 11, dove ha debuttato anche Nanni Moretti, cui sono seguite una serata al cinema Adriano, una all'Isola del Cinema e poi il Festival di Lenola dove abbiamo vinto il premio “Oro invisibile” dedicato a tutti i film che non hanno ricevuto adeguata distribuzione. Il giurato Daniele Ciprì ci ha fatti arrivare primi su 1.100 progetti presentati, poi il nostro film è andato ai Festival di Assisi, Calcata e pure al festival Internazionale di Cluji in Romania”. E lì è finita, la distribuzione si è fermata.
Ma il vero happy end è arrivato dopo tre anni di indifferenza italica. Quando, da Los Angeles la Addler film ha visto il film online, sul canale Vimeo. “Ci hanno chiesto di curare la distribuzione e lo hanno appena collocato su Amazon Prime Italia vicino a cult come i film di Julia Roberts”. Per Bonelli e il suo cast (Cristina Mugnaini, Federico Scrivani e tra gli altri Valentina Ruggeri, tutti usciti dall’Accademia Silvio D’Amico) è l'avverarsi di un sogno. E c’è anche una certa rivalsa. “Per tre anni in Italia non ci hanno considerato, ci voleva l’America per accorgersi che il film valeva”.