"Sono un produttore di olio e di vino, se mi volete conoscere organizziamo un appuntamento. Ok?". Uno dei provini più insoliti della storia del cinema scorre sul telefonino di Riccardo Scamarcio che, ospite dell'Agi a 'Viva l'Italia', ha mostrato alle telecamere il filmato girato col suo smartphone che ha inviato ai produttori di 'John Wick - Capitolo 2'. Una insolita autopromozione che ha convinto gli americani a prenderlo per il ruolo di Santino D'Antonio, l'antagonista di Keanu Reeves nel film di Chad Stahleski in sala in Italia dal 23 marzo distribuito da Eagle Pictures in collaborazione con Leone Film Group. Scamarcio era in Puglia a lavorare nel suo campo e, senza alcuna preparazione, ha registrato sul cellulare un messaggio in inglese in cui, tra l'altro, spiega: "So che siete un film americano. Questo sono io: faccio olio d'oliva e vino, sono un produttore". Un video in cui l'attore dimostra di parlare un eccellente inglese ed esprime la sua spigliatezza molto italiana, elementi che hanno di certo conquistato gli americani. "Alla fine - ha scherzato - gli volevo vendere l'olio".
Scamarcio mostra il filmato fatto col suo cellulare e inviato agli americani
La pellicola è un action movie in piena regola, ben fatto, improbabile quanto basta (con l'eroe di "gomma" che sfreccia tra i proiettili e "non ha tempo" per sanguinare), con un cast di grandi attori (Claudia Gerini, Ian McShine, Laurence Fishburne e la partecipazione di Franco Nero), molto violento - talvolta al limite del pulp - girato tra New York e Roma. Il più terribile killer del mondo, John Wick, viene strappato dal suo 'buen retiro' da Santino D'Antonio che lo costringe ad accettare l'incarico di uccidere sua sorella in nome di un vecchio debito per diventare il referente della camorra al tavolo delle mafie. In un crescendo di azione e sparatorie si arriva all'epilogo prevedibile con tanto di rimando al terzo capitolo di una saga che potrebbe continuare a lungo, anche perché il film ha incassato circa 60 milioni di dollari negli Usa (è costato 40 milioni) e si appresta a battere il record nel mondo del primo episodio (78 milioni incassati su 20 milioni di costo di produzione).
"Lla sera del primo ciak ero furibondo... per la fame"
Nella scoppiettante intervista a Viva l'Italia, Scamarcio ha raccontato il suo burrascoso debutto sul set newyorkese ("a Roma ho girato solo una scena perché il mio personaggio vive a New York"). "Era il mio primo giorno di riprese, di notte, mi hanno convocato alle 7 - ha detto, intervistato dal direttore Riccardo Luna e dai giornalisti dell'Agi -. A mezzanotte c'era la pausa, il pullmino si è perso... insomma: alla fine non ho mangiato. Sono stato trattato come l'ultima ruota del carro mentre ero il coprotagonista del film. La scena è venuta particolarmente bene anche perché non mi hanno fatto mangiare. Ero incavolato nero! Se mi fossi veramente arrabbiato, comunque, avrei fatto un casino - ci ha tenuto a precisare -. Invece ho preso la mia rabbia e l'ho messa sul set. La scena è venuta da dio ed erano tutti contenti. Il giorno dopo se lo sono ricordati e almeno mi hanno fatto mangiare".
"Keanu Reeves? Un ragazzo speciale di poche parole"
In 'John Wick - Capitolo 2' Riccardo Scamarcio è l'antagonista di Keanu Reeves, il 'villain', il cattivo (in un film in cui, comunque, non ci sono buoni). Un divo di serie A che ha conquistato Scamarcio per la sua professionalità e umanità. "Keanu Reeves è una persona dolcissima, seria, di poche parole ed estremamente sensibile. Ha un carisma tutto suo, una specie di aurea. E' un ragazzo speciale".
"Il ministro degli esteri del Made in Italy è Sorrentino"
Secondo l'attore pugliese, da alcuni anni anche produttore, il cinema italiano è da anni in crisi "e questa è dovuta a una mancanza, in tanti anni, di una politica economica e di promozione" del settore. "I nostri migliori ministri degli esteri, i più importanti, sono Visconti, Fellini e Mastroianni", ha poi spiegato a 'Viva l'Italia', e sono stati i veri ambasciatori del "famoso Made in Italy". A ricoprire idealmente il ruolo di ministro degli Esteri adesso è "Paolo Sorrentino" perché, secondo l'attore pugliese, "ha riacceso un riflettore su un modo di pensare diverso", quello italiano. E, anche se la legge sul cinema ha predisposto "il doppio degli investimenti per il fondo unico dello spettacolo" mancano ancora i "decreti attuativi". Secondo Scamarcio in un momento economico "drammatico e complesso" come quello che si sta vivendo adesso "molti credono" che la cultura "sia un aspetto secondario ma non è vero. Il disastro economico e politico nasce - ha concluso - da una assenza di levatura morale etica esistenziale".
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