C hissà se con la presenza, appena annunciata dalla Rai, della donna Mediaset Michelle Hunziker tra gli ospiti del Festival di Sanremo, Striscia la notizia prima o poi arresterà il suo tiro al bersaglio su Claudio Baglioni.
Intanto non si ferma affatto, sul fronte politico, quello di Gianluigi Paragone: annunciata ieri, l’offensiva del capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione di Vigilanza Rai è stata lanciata ufficialmente oggi, quando ha depositato la sua interrogazione parlamentare.
Il conflitto di interesse
Il senatore, che chiama in causa l’amministratore delegato della Rai e Teresa De Santis, la neodirettrice di Raiuno, ce l’ha con il direttore artistico. Vuole vederci chiaro sul presunto conflitto d’interesse sul Festival di Sanremo della Friends and partners, la società che cura i concerti di tanti artisti in gara e di Baglioni, rappresentato discograficamente invece dalla Sony, altro invitato d’onore al banchetto del Festival: un trio definito "cerchio magico" da Paragone.
Mica il solo ad aver messo nuovamente nel mirino Baglioni, proprio quando erano state superate le polemiche relative alle sue critiche contro le politiche governative sui migranti e quando del conflitto d’interesse che qualcuno aveva tirato fuori subito dopo la conferenza stampa prefestival, non si parlava più. Tant’è che il 29 sera, per reagire al plotone d’assalto in cui insieme a Antonio Ricci, che detesta da sempre il conduttore-direttore, milita anche il sito Linkiesta, con le sue "sette domande a Baglioni" sul conflitto d’interesse, fonti Rai hanno blindato il conduttore.
La difesa della Rai
Hanno spiegato che "la sua caratura artistica e professionale, come ha dimostrato l’esperienza dello scorso anno, è per la Rai garanzia di rispetto del principio di trasparenza e di imparzialità nella scelta dei partecipanti alla 69esima edizione del Festival". E che Friends and partners non cura il management di nessuno degli artisti presenti a Sanremo, "ma soltanto gli eventi live di alcuni di loro".
Chiarendo poi che l’esclusione di qualsiasi conflitto di interessi "è una condizione imprescindibile per la Rai nella stipula di tutti i contratti di collaborazione, un principio inserito ovviamente anche all’interno degli accordi presi con Baglioni", la Rai si è tenuta però un margine di manovra: ha sottolineato che l’azienda "ha preso atto delle dichiarazioni formulate da Baglioni sotto la propria responsabilità" quando il direttore artistico ha dichiarato "di avere un contratto di natura editoriale con una etichetta discografica (Sony) ed uno per la realizzazione di spettacoli musicali dal vivo, prodotti e commercializzati dalla F&P Group srl e dalla Friends &Partners spa".
Il contratto dice pure che se dovessero emergere situazioni "di incompatibilità e/o conflitto di interessi" la Rai avrebbe "il diritto insindacabile di sostituirlo negli incarichi, senza alcun indennizzo".
Se sei artisti in gara, da Francesco Renga al trio de Il Volo, fanno capo alla Sony la stessa casa discografica di Baglioni, quattro sono prodotti da aziende indipendenti. Ma oltre che con la conta numerica di artisti e degli ospiti, come Ligabue, rappresentato da Friends and partners, che compongono il conflitto di interessi di cui è accusato Baglioni, la faccenda va letta anche nelle sue sfaccettature politiche, aziendali e concorrenziali rispetto a Mediaset.
Dietro, schermaglie politiche tra Lega e M5s
Baglioni è stato scelto per il Festival quando i gialloverdi non erano ancora al governo, è vero, ma l’offensiva del grillino Paragone alla direttrice di Raiuno Teresa De Santis, indicata dagli alleati dalla Lega, è arrivata proprio in un un momento di tensione politica tra Lega e M5S.
E sul fronte della tv pubblica gialloverde c’è una certa aria pesante anche nei rapporti tra Raidue e Raiuno, con il direttore Carlo Freccero, indicato dai grillini, che non perde occasione per mettersi contro le scelte del coordinamento del palinsesto che troppo spesso, lo ha detto chiaramente, "privilegia Raiuno", la rete dove regna, invece, la Lega. L’attacco alle canzonette baglioniane potrebbe essere dovuto quindi, dicono i retroscenisti dell’opposizione, anche al braccio di ferro tra Lega e M5S sul conduttore dell’imminente striscia che seguirà il Tg1, la testata diretta da Giuseppe Carboni, scelto da M5S.
Inizialmente si faceva il nome della sovranista Maria Giovanna Maglie, ora sembra che la striscia potrebbe essere invece in duplex, con Peter Gomez, caro ai grillini, chiamato ad alternarsi alla Maglie. Nel braccio di ferro politico insomma sarebbe stato coinvolto Baglioni, che in questi giorni se la deve vedere pure parecchio con Pinuccio, l’inviato di Striscia la notizia.
Armato da Ricci ha sparato a più riprese su Baglioni elencando gli artisti del Festival che erano al matrimonio di Salzano, dove Baglioni era testimone e pure i giurati di Sanremo giovani (Fiorella Mannoia e Annalisa) che fanno capo alla Friends and partners. Per poi sbeffeggiare, nella puntata del 20, le "fonti Rai" e il contenuto della nota diramata "non si capisce da chi perché nessuno ci ha messo la faccia".
Neanche l’arrivo a Sanremo della Hunziker, conduttrice storica di Striscia la notizia, ha intenerito per ora Ricci e i suoi.