di Giancarlo Strocchia
C'è un angolo di Mediterraneo che può riservare grandi sorprese energetiche. Si tratta dell'ampio braccio di mare che si estende dalle coste dell'Egitto fino alla Turchia, un'area all'interno della quale, negli ultimi anni, si sono susseguite scoperte di ingenti giacimenti di gas, ribattezzati con nomi dai riecheggiamenti mitologici: Zohr, Aphrodite, Leviathan. Molte di queste scoperte si accingono, a breve termine, a diventare concrete opportunità di sviluppo. Un auspicio espresso anche dal presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades, la cui intervista esclusiva è contenuta nel numero 31 di Oil, dedicato proprio al risveglio energetico della parte orientale del Mediterraneo.
L'impegno del governo di Nicosia, su questo fronte, è a tutto campo. "L'esecutivo continua a portare avanti la propria strategia di creazione di un corridoio di esportazione del gas dal Mediterraneo orientale all'Europa", ha sottolineato Anastasiades. "Garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico tramite lo sfruttamento delle nostre risorse indigene è infatti uno dei nostri principali obiettivi. La scoperta di Aphrodite è stato un passo avanti nel raggiungimento di questo obiettivo".
I piani energetici di Cipro prevedono inizialmente l'utilizzo delle riserve di gas naturale per la produzione di elettricità, come ha spiegato il presidente, e successivamente potranno essere sfruttate per attirare settori ad alta intensità energetica. Ma un ulteriore e più ambizioso obiettivo accomuna gli interessi dell'isola e la richiesta di una più stabile sicurezza energetica da parte dell'Europa. L'avvio della produzione di gas nel Mediterraneo, e più specificatamente nella Zona Economica Esclusiva (ZEE) di Cipro, consentirebbe all'isola di affrancarsi da una pesante condizione di emarginazione energetica che finora l'ha penalizzata e al vecchio continente di garantirsi una via di approvvigionamento alternativa rispetto alle fonti di diversa derivazione. "Nel corso di una recente visita nel nostro paese", ha rimarcato Anastasiades - il Commissario per l'Energia Maros Sefcovic ha sottolineto come questi obiettivi miglioreranno la sicurezza della fornitura energetica di Cipro, ne aumenteranno la competitività offrendo ai clienti accesso a fonti multiple e consentiranno lo sviluppo sostenibile delle sue risorse, anche rinnovabili. Allo stesso tempo, ha ribadito che la Commissione Europea prospetta che il gas cipriota e del Mediterraneo orientale aumenti la sicurezza energetica dell'Unione Europea, introducendo fonti e rotte alternative per il gas naturale". D'altronde il fermento energetico che contraddistingue l'area orientale del Mare Nostrum potrebbe sortire un altro, insperato, esito, ovvero la normalizzazione dei rapporti tra alcuni Stati in contesto geopolitico che da sempre presenta margini di contrasto ancora non del tutto placati. "Consideriamo una delle principali priorità del governo cipriota la promozione della cooperazione nel settore dell'energia tra Cipro e i Paesi confinanti con interessi comuni nell'area", ha chiarito Anastasiades. "A tal scopo", ha continuato il presidente di Cipro, "impieghiamo considerevoli sforzi nel mantenimento di buone relazioni con tutti i nostri vicini: Libano, Israele, Egitto, Giordania e Grecia. Pertanto la nostra ambizione è aprire le porte dei summit di alto livello tra Cipro, Grecia e Israele, e tra Cipro, Grecia ed Egitto, ad altri Paesi della regione".
Il numero 31 di Oil presenta una serie di interviste ai protagonisti di questa rinascita energetica mediterranea, tra cui i ministri responsabili per il settore petrolifero ed energetico di Egitto, Israele, Libano e Grecia, rispettivamente Tareq al-Mulla, Yuval Steinitz, Arthur Nazarian e Panos Skourletis, nonché un intervento dello stesso Commissario per l'Energia dell'Unione europea Maros Sefcovic. "Le recenti scoperte di gas naturale nel Mediterraneo giungono proprio al momento giusto, in concomitanza con l'approvazione, da parte dell'Unione europea, della strategia di sviluppo del GNL, di stoccaggio delle riserve di gas e di sicurezza energetica", ha evidenziato il Commissario. "Oggi la domanda di gas dell'Unione europea si attesta tra i 380 e i 450 miliardi di metri cubi. Nonostante le politiche di riduzione delle fonti fossili ci condurranno, entro il 2030, d una riduzione delle importazioni di gas, oggi l'Unione rimane un grande importatore di questa risorsa e prevediamo che nel medio e lungo termine il gas rimanga una componente fondamentale del mix energetico continentale, soprattutto in funzione del processo di transizione verso una low-carbon economy". Un orizzonte di stabilità energetica che, si spera, non rimanga esclusivamente un libro pieno di buoni propositi.