Dalla notte dei tempi il firmamento affascina con la sua capacità di suscitare interrogativi che ancora oggi, spesso, vanno ben oltre la nostra comprensione. La volta celeste fin dalla preistoria è una sorgente luminosa che colpisce la curiosità e la fantasia dell'uomo; una fonte di intuizioni e scoperte. Ora, però, i corpi luminosi che la popolano rischiano di essere "oscurati".
Per la prima volta nella storia, infatti, il cielo sta per essere deliberatamente alterato in un modo che trasformerà completamente la nostra visione del firmamento.
La navigazione astronomica al tempo degli antichi
Per secoli Fenici, Polinesiani, Vichinghi, Romani e Greci hanno navigato, verso terre inesplorate, guidati dalle stelle. Tra le 6 mila potenzialmente visibili ad occhio nudo dalla Terra, alcune - veri e propri marcatori del cielo notturno - sono facilmente identificabili.
Proprio per questo, nel corso dei millenni hanno assunto un significato sempre più importante. Basti pensare alla stella polare, la "bussola" più sicura per generazioni e generazioni di impavidi marinai che hanno affrontato il mare aperto. Allo stesso modo la Luna, come una candela nell'oscurità, ha aiutato a calcolare il passare dei mesi e delle stagioni. Il cannocchiale prima e il telescopio poi hanno permesso di scorgere l'entropia dell'universo al di là del nostro sistema solare: un luogo abitato da supernove e buchi neri capaci di ingoiare intere galassie.
Il cielo sta cambiando
Con gli anni '50 del Novecento, viene inaugurata l'era spaziale, la "corsa verso l'universo". Il 4 ottobre 1957, inseguito dai telescopi di tutto il mondo, viene lanciato in orbita lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale. Poi, nel 1969, l'allunaggio e l'intensificarsi di missioni spaziali per scoprire i segreti del cosmo. Così, centinaia di satelliti hanno iniziato a colonizzare (e monopolizzare) il cielo. E a modificarlo.
Non è un caso se la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è, ad oggi, il terzo oggetto più luminoso nel cielo.
Nuove stelle
"Il capitalismo ha raggiunto altezze stratosferiche. Sono al 100% contro l'inquinamento dello spazio e la mercificazione del cielo notturno", afferma Ghina Halabi, astrofisica dell'Università di Cambridge.
Un cielo sempre più affollato è un problema anche (e soprattutto) per gli scienziati intenzionati a scoprirne e svelarne i segreti.
"Proprio come abbiamo l'inquinamento luminoso nelle città, che ci impedisce di osservare le stelle meno luminose, i satelliti hanno un effetto simile. Si tratta di un problema che permane anche sfruttando i telescopi più potenti", sottolinea Hannah Baynard, astronomo del Royal Observatory Greenwich di Londra.
Un progetto puramente "estetico"
La startup russa StartRocket ha in cantiere il lancio di una costellazione di 300 piccoli satelliti nella bassa orbita terrestre per formare un gigantesco schermo nel cielo. Il progetto prevede di installarlo a circa 400-500 chilometri di altezza, dotando i satelliti di una vela in grado di catturare e riflettere la luce del Sole. E proiettare, nell'oscurità della notte, pubblicità e annunci.
Per circa sei minuti a notte, guardando verso l'alto potremo osservare le prime costellazioni di marca commerciale. Il fine è pubblicitario ma l'azienda sostiene che si tratta di "un'opera d'arte" utile in caso di calamità per informare la popolazione.
Al contrario, per gli astronomi, disturberà l’osservazione del cielo e intensificherà il problema della spazzatura spaziale. "È una minaccia per la capacità di fare ricerche astronomiche da terra", ha commentato a Astronomy.com John Barentine dell’International Dark Sky Association. "Tutto ciò che emette un segnale luminoso nel cielo notturno è qualcosa che può interferire con la nostra capacità di raccogliere fotoni da fonti astronomiche".
L'opposizione degli astronomi
Per Patrick Seitzer, professore di astronomia all’Università del Michigan, si pone anche un’altra questione: è saggio permettere a progetti come quello di StartRocket di concretizzarsi visto che i satelliti andranno in breve tempo ad aumentare l’ammasso di spazzatura spaziale che ormai ci orbita intorno? "Lo spazio è sempre più affollato", ha spiegato Seitzer. "Ci sono oltre 20mila oggetti in orbita annoverati nel registro ufficiale gestito dall’Aeronautica statunitense. Meno del 10% di questi oggetti sono satelliti attivi. Il resto sono satelliti morti, vecchi corpi di razzi e parti di veicoli spaziali". Il rischio di collisioni è alto.
Una direzione già tracciata
L'iniziativa della StartRocket non è la più bizzarra. Nel 2018 la Cina sembrava intenzionata - anche se ad oggi non ci sono più stati aggiornamenti - a lanciare una Luna artificiale per risparmiare sull’illuminazione stradale.
Wu Chunfeng, presidente del Chengdu Aerospace Science and Technology Microelectronics System Research Institut, riferisce che questa nuova "opera d'arte", riflettendo i raggi del Sole, potrebbe essere otto volte più luminosa rispetto al nostro satellite "naturale". Si tratta di una luna "nuova" in grado di illuminare un'area con un diametro dai 10 agli 80 chilometri, comportando un risparmio annuo di 173 milioni di dollari.
In passato ci sono stati altri progetti di installare nel cielo nuove opere d'arte simili a corpi celesti. Nel 2018 il Nevada Museum of Art ha lanciato in orbita una scultura riflettente, a forma di diamante, dell'artista Trevor Paglan. Alcuni hanno giudicato l’operazione, ribattezzata Orbital Reflector, quasi poetica: l’arte arriverebbe fino nello spazio che diventa idealmente un museo. Altri invece l'hanno definita un inutile spreco di denaro.
Più recentemente, SpaceX ha ottenuto il permesso di lanciare circa 12.000 satelliti Starlink per fornire accesso a Internet a banda larga in posizioni remote. Altre otto società, tra cui Amazon, stanno guardando con curiosità a questa iniziativa
Ma la comunità scientifica internazionale continua a temere che lo sviluppo di progetti come questi possa comportare gravi rischi per i veicoli spaziali già in orbita.
Una possibile soluzione grazie ai progetti "Space Cleaner"
Della questione “detriti spaziali” si è parlato diffusamente nel corso del 34esimo Space Symposium che si è tenuto nella primavera 2018 a Colorado Springs (Usa).
Secondo gli esperti presenti all'evento, è emerso che il problema della spazzatura orbitante potrebbe trasformarsi in un’opportunità per sviluppare progetti in grado di risolvere la questione. L'idea è quella attivare dei satelliti “spazzini” in grado di afferrare piccoli satelliti in disuso o rottami orbitali per poi scaricarli nell’atmosfera. Dove (probabilmente) finirebbero polverizzati.
La partita, cui il problema del "sovraffollamento celeste" ci chiama, è tuttora aperta.