AGI - Identificata una rara variante nel gene GPR156, un recettore accoppiato a proteine G, GPCR, associata a un aumentato rischio di disturbo depressivo maggiore, MDD; il gene è espresso prevalentemente nell'abenula mediale, una regione cerebrale coinvolta nella regolazione dell'umore e nella risposta allo stress. Lo rivela uno studio, guidato da Bradley R. Miller, della Columbia University, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Metodologia della ricerca
La ricerca ha coinvolto analisi genomiche su una famiglia estesa di Mennoniti del Vecchio Ordine, combinando modelli murini per validare i risultati. Gli autori hanno effettuato un sequenziamento genomico di 78 individui della comunità Mennonita, con valutazioni psichiatriche approfondite. Topi privi di Gpr156, o knockout, e topi che esprimono la variante umana mutata di GPR156 sono stati confrontati con controlli wild-type. Infine, gli scienziati hanno svolto valutazioni comportamentali, attraverso test per perseveranza, evitamento dello stress e risposta acustica di sussulto.
Risultati dello studio
Secondo i risultati, i topi con la variante mutante di GPR156 mostravano iperattività in questa regione, correlata a sintomi simil-depressivi. L'assenza di Gpr156 induceva comportamenti analoghi, come ridotta perseveranza e maggiore sensibilità allo stress. Trattamenti con fluoxetina o imipramina miglioravano parzialmente i sintomi nei topi mutanti, suggerendo un meccanismo dipendente dalla serotonina.
Implicazioni terapeutiche
Secondo lo studio, GPR156 modula l'attività delle proteine G di tipo Gi2/3, coinvolte nella segnalazione intracellulare legata all'umore. GPR156 rappresenta un potenziale bersaglio per farmaci antidepressivi, data la sua influenza diretta sui circuiti cerebrali implicati nella depressione.
Importanza della scoperta
Studi precedenti hanno evidenziato il ruolo di geni come DRD2, recettore della dopamina, e CYP7B1, metabolismo degli steroidi, nel MDD, confermando la complessa eterogeneità genetica del disturbo. La ricerca sottolinea l'importanza di studi genetici su popolazioni isolate per identificare varianti rare con effetti significativi. La scoperta del legame tra GPR156, iperattività dell'abenula mediale e depressione apre nuove strade per terapie personalizzate, soprattutto in casi resistenti ai trattamenti convenzionali.