AGI - Oetzi, la mummia del Similaun, al momento della morte soffriva di arteriosclerosi sebbene non fosse affatto un paziente ad alto rischio. Lo ha rivelato il direttore dell'Istituto per la ricerca sulle mummie di Bolzano, Albert Zink parlando ad un convegno sulla genetica umana tenutosi a Innsbruck.
Secondo Zink, Oetzi continua a fornire alla scienza informazioni importanti anche a più di 30 anni dalla sua scoperta avvenuta il 19 settembre 1991 sul Giogo di Tisa sul ghiacciaio del Similaun in Alto Adige grazie ai coniugi Erika ed Helmut Simon di Norimberga.
Come hanno dimostrato le scansioni della tomografia computerizzata, Zink ha precisato che Oetzi, mummia risalente a 5.300 anni fa, soffriva di arteriosclerosi, era ben allenato, relativamente snello, molto attivo e seguiva una dieta equilibrata ma verso i 45 anni sviluppò l'arteriosclerosi.
Inoltre, secondo il ricercatore, i risultati delle analisi hanno evidenziato una predisposizione al diabete, all'obesità e all'arteriosclerosi. Oetzi era predisposto alle malattie legate al benessere: nel suo genoma sono stati scoperti diversi fattori di rischio. Zink ha poi concluso, "sarebbe entusiasmante capire come funzionava il suo cervello, se fosse funzionale quanto il nostro oggi".