AGI - Il detto "nascere con la camicia", intendendo con una buona dose di fortuna, avrebbe una dimostrazione scientifica. Pare infatti secondo uno studio sperimentale, condotto su topi da ricercatori della Cornwell University, Stati Uniti, pubblicato su Science che essere maschi e baciati dalla fortuna fin dall'infanzia, aumenti la competitività, ma anche le probabilità di successo, e che contribuisca a delineare anche alcuni tratti della personalità in individui, geneticamente identici.
Insomma facendo dei parallelismi tra competizione biologica e disuguaglianze sociali, lo studio evidenzierebbe l'importante zampino del fato, cioè di eventi casuali, nel ridisegnare piccole differenze iniziali che si trasformano poi in disparità permanenti in tutti l'arco della vita. Come a dire che la contingenza, che i ricercatori chiamano "fortuna", determina il risultato finale di un evento o di un contesto, segnando così la rotta verso percorsi sensibilmente divergenti a parità di condizioni.
Chance che sarebbero più evidenti negli animali sociali, in cui le interazioni all'interno dei gruppi possono aumentare le probabilità dei primi eventi fortuiti (contingenti), quindi in maggiori o minori opportunità di accesso alle risorse e al successo, secondo l'"effetto Matthew". Nome ispirato al Vangelo di San Matteo che, nelle scienze sociali, descrive come piccoli vantaggi iniziali possano essere poi capitalizzati e fatti fruttare nel corso della vita: coloro che raggiungano un successo precoce, in buona sostanza, tendono a incrementarlo in misura crescente nel futuro.
La difficoltà a isolare effetti contingenti nella prima infanzia in condizioni controllate avrebbero reso impossibile analizzare a oggi il fenomeno; limite che sarebbe stato superato dallo studio americano che ha confrontato invece a livello sperimentale i percorsi di sviluppo di topi geneticamente identici, in contesti di vita libera, per determinare in quale misura interazione e microambiente possono incidere sui processi sociali competitivi, sulla formazione dell'individualità e sui comportamenti nel corso del tempo.
"Abbiamo osservato che la competitività tra maschi - ha dichiarato Matthew Zipple, tra gli autori dello studio - forma, struttura e differenzia le opportunità di successo nella vita adulta, ad esempio in termini di accesso alle risorse, di condizione fisica e di vita riproduttiva. Al contrario, nelle femmine, che non competono per le risorse, non si osserverebbe l'amplificazione delle contingenze. Tali risultati suggeriscono che le dinamiche sociali competitive svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo precoce e più pronunciato dell'individualità nei maschi rispetto alle femmine".
Lo studio offrirebbe dunque nuove informazioni in ambito sociologico e biologico evidenziando l'importante impatto correlato a esperienze imprevedibili e incontrollabili sul raggiungimento di risultati finali più o meno favorevoli anche nel caso in cui fattori sottostanti, definiti dagli autori 'talenti', sono minimi o inesistenti.