AGI - All’età di sei anni, i bambini ritengono che i maschi siano più portati delle controparti femminili nell'informatica e nell'ingegneria. Questo inquietante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Psychological Bulletin, condotto dagli scienziati dell'American Institutes for Research (AIR).
Il team, guidato da David Miller, ha esaminato i dati relativi a 145 mila bambini in 33 nazioni. Il gruppo di ricerca ha eseguito una revisione completa di 98 studi precedenti, che coprivano i dati dal 1977 al 2020. "L'emergere di pregiudizi a un’età così precoce - afferma Miller - dimostra che i bimbi acquisiscono messaggi su questi preconcetti già in età prescolastica. Genitori, educatori e programmi extrascolastici svolgono pertanto un ruolo chiave nel rimodellare queste narrazioni".
Con l'aumentare dell’età, si esacerba il pregiudizio associato allo stereotipo di genere, il che potrebbe potenzialmente limitare il desiderio femminile di specializzarsi in discipline Stem.
I risultati, riportano gli autori, evidenziano che i ragazzi vengono ritenuti più capaci delle controparti femminili in ingegneria e informatica, ma non in matematica. "Le iniziative mirate a ridurre il divario di genere - aggiunge Miller - potrebbero non riuscire ad affrontare le convinzioni maschiliste più radicate. Questi programmi necessitano di un'attenzione specifica, soprattutto nella prima infanzia".
In particolare, i ragazzi sono considerati più portati per la fisica, mentre le controparti femminili venivano associate più spesso a materie come la biologia, il che evidenzia notevoli divari anche all'interno dei vari campi scientifici, ma anche lettura, scrittura e abilità verbali in generale.
"I pregiudizi di genere - conclude Miller - si stabiliscono in un'età molto precoce, ed è pertanto fondamentale agire per sradicare queste convinzioni, anche perché, con il passare del tempo, i preconcetti si stabilizzano".