AGI - Un biopesticida sperimentale derivato da batteri è altamente efficace nell'uccidere le zanzare portatrici della malaria, comprese quelle che hanno sviluppato una resistenza ai pesticidi chimici. È quanto emerge da uno studio guidato dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e pubblicato su Science Advances. "Questo biopesticida - ha dichiarato l'autore principale dello studio, George Dimopoulos, PhD, vicedirettore del Johns Hopkins Malaria Research Institute presso il dipartimento di Microbiologia molecolare e immunologia della Bloomberg School - ha una serie unica di caratteristiche che suggeriscono che potrebbe essere una nuova potente arma contro la malaria". La malaria, una malattia parassitaria diffusa dalle zanzare Anopheles , è da tempo una delle principali cause di morte al mondo. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, si verificano circa 250 milioni di casi e 600.000 decessi all'anno, per lo più bambini sotto i cinque anni nell'Africa subsahariana. Sono stati sviluppati vaccini contro la malaria, ma non sono ampiamente disponibili o molto efficaci nel prevenire la malattia. I pesticidi chimici che uccidono le zanzare sono stati le armi più efficaci contro la malaria fino ad oggi, ma gli insetti hanno sviluppato una significativa resistenza a questi composti. Sono urgentemente necessari nuovi strumenti antimalarici.
Il nuovo biopesticida è emerso da un progetto condotto da Dimopoulos e dal suo team a Panama più di un decennio fa. Il team ha catturato zanzare selvatiche e catalogato specie batteriche nei loro tratti gastrointestinali per vedere se qualcuna potesse influenzare la capacita' della zanzara di ospitare e trasmettere agenti patogeni. Alla fine, ne hanno trovato uno, una specie di Chromobacterium , che a basse dosi inibisce la capacità degli insetti di trasmettere agenti patogeni come il parassita della malaria e il virus della dengue, e a dosi più elevate uccide sia le zanzare adulte che quelle larvali. Questa scoperta ha suggerito che il batterio potrebbe essere il primo biopesticida da usare contro le zanzare che trasmettono malattie. Per evitare le complicazioni derivanti dal lavorare con un organismo vivo, i ricercatori hanno sviluppato una preparazione in polvere ricavata da cellule morte e secche del batterio.
Hanno scoperto che la polvere conserva le proprietà zanzarocide del batterio e ha anche una durata di conservazione di anni e un'altissima stabilita' al calore. I primi test hanno anche scoperto che il biopesticida non ha evidenti effetti tossici sulle cellule dei mammiferi, viene facilmente ingerito dalle zanzare quando disciolto in esche per zanzare standard e, a differenza degli insetticidi chimici, non porta allo sviluppo di resistenza genetica nelle zanzare anche dopo dieci generazioni di esposizione moderata. Ora i ricercatori intendono chiedere l'approvazione dell'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti per il nuovo biopesticida e di avviare test sul campo su larga scala per valutare ulteriormente la sua capacita' di ridurre l'incidenza della malaria. "Non è mai stata mia intenzione - conclude Dimopoulos - concentrarmi sui biopesticidi. Ma e' entusiasmante che abbiamo identificato qualcosa di nuovo con potenziale di controllo della malaria".