AGI - Cloro e burro di cacao possono rappresentare una valida barriera contro una malattia che sta devastando le barriere coralline. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Qatar University e pubblicato su Frontiers in Marine Science. Nell’Atlantico tropicale, la malattia della perdita di tessuto dei coralli pietrosi (SCTLD) è particolarmente grave perché si trasmette rapidamente, si diffonde a molti ospiti e provoca alti tassi di mortalità. Sono disponibili metodi di trattamento per fermare la diffusione della SCTLD; il più comune è l’uso di antibiotici. Questo, tuttavia, comporta effetti collaterali come una maggiore resistenza agli antibiotici stessi.
Per far fronte al problema gli autori del nuovo studio hanno confrontato l’efficacia di diversi trattamenti applicandoli ai coralli infetti di Horseshoe Reef, vicino alle Isole Vergini Britanniche. Alcuni coralli sono stati trattati con amoxicillina, un antibiotico; altri sono stati trattati con una pasta a base di cloro e burro di cacao.
“In questa miscela, il principio attivo è l’ipoclorito di sodio, un antisettico comunemente usato per uccidere batteri o virus. La polvere di cloro che abbiamo usato nel nostro trattamento è la stessa usata per uccidere i germi nelle piscine. Il burro di cacao era solo il meccanismo di distribuzione che ci ha permesso di distribuire il cloro sulle lesioni dei coralli” ha affermato Greta Aeby, ricercatrice presso la Qatar University e autrice principale dello studio.
I ricercatori hanno applicato entrambi i trattamenti direttamente ai coralli e hanno rivisitato la barriera corallina ogni quattro o cinque settimane per misurare e descrivere le lesioni e riapplicare il trattamento se necessario. Dopo circa 80 giorni, la percentuale media di tessuto perso era del 17,6 per cento per le colonie trattate con cloro e dell’1,7 per cento per le colonie trattate con amoxicillina. Sebbene il trattamento antibiotico abbia avuto più successo nel contenere la SCTLD, i ricercatori hanno affermato che gli effetti collaterali indesiderati, come lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici, potrebbero essere ridotti optando per il trattamento con cloro. I batteri resistenti agli antibiotici non colpiscono solo i coralli, hanno affermato.
“Qualsiasi organismo, granchi, pesci, persino gli esseri umani, in quello stesso ambiente ha un rischio maggiore di incontrare batteri che ora sono resistenti agli antibiotici”, ha spiegato Aeby. Mentre i trattamenti antibiotici hanno un impatto notevole sull’ambiente, la miscela di cloro e pasta di burro di cacao si biodegrada facilmente e il cloro si disattiva naturalmente nel giro di un giorno. Un ulteriore vantaggio è che è molto più economico da produrre: gli ingredienti si trovano in farmacia e ferramenta.
“La pasta antibiotica non è solo noiosa da produrre, ma è anche spesso troppo costosa per gli ambientalisti, che operano con finanziamenti minimi sulle isole caraibiche”, ha affermato Argel Horton, biologo marino presso il Ministero dell’ambiente, delle risorse naturali e dei cambiamenti climatici delle Isole Vergini Britanniche e coautore dello studio. I ricercatori hanno affermato che non tutti i coralli hanno risposto ugualmente bene ai trattamenti. Ci sono anche molte altre specie di coralli in diverse regioni che non sono state incluse nello studio. Sperano che la ricerca futura testerà l’efficacia di diversi metodi di trattamento altrove.