AGI - L'aumento delle temperature dell'acqua dovuto ai cambiamenti climatici sta favorendo la moltiplicazione dei vermi di fuoco nel Mediterraneo, soprattutto nei mari del sud Italia. Questi voraci predatori, chiamati anche vermocane, assomigliano a millepiedi e mangiano di tutto, dai coralli ai pesci catturati nelle reti da pesca. Di solito misurano tra i 15 e i 30 cm, ma possono raggiungere i 50 cm.
La presenza dei vermi di fuoco non è nuova nel Mediterraneo, ma in passato erano meno numerosi e venivano osservati in Sicilia solo durante l'estate.
Sulla spiaggia di Marzamemi, alcuni turisti indossano maschere o scarpe di plastica prima di fare il bagno per evitare il morso di questi vermi che provocano sulla pelle irritazione e una dolorosa sensazione di bruciore attorno all'area di contatto.
“Il riscaldamento globale sta causando diversi cambiamenti nel Mediterraneo, che probabilmente peggioreranno nei prossimi anni”, avverte Federico Betti, esperto di specie invasive dell'Università di Genova.
La temperatura media del Mediterraneo è aumentata di circa 1,2 gradi Celsius negli ultimi 40 anni.
Tra l'altro, il riscaldamento dei mari sta causando una diminuzione delle variazioni stagionali delle specie presenti nelle acque. L'ambiente diventa anche meno diversificato, incapace di sostenere ecosistemi ricchi.
Inoltre, altri stanno beneficiando dei cambiamenti climatici e specie tropicali non autoctone stanno comparendo nel Mediterraneo, “causando profondi cambiamenti negli ecosistemi marini”, afferma lo zoologo Francesco Tiralongo.
È il caso del granchio blu, che devasta le aree destinate ai molluschi nel Delta del Po, nel nord Italia.
Questi granchi non hanno predatori naturali e gli italiani stanno cercando di trasformarli in una risorsa mangiandoli. Cosa che non è possibile con i vermi di fuoco.