AGI - Il nuovo vaccino contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) sembra innescare anticorpi sfuggenti ed essenziali contro l'agente patogeno. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Cell, condotto dagli scienziati del Duke Human Vaccine Institute (DHVI). Il team, guidato da Barton F. Haynes, ha sviluppato un nuovo approccio farmacologico per proteggere l'organismo dall'HIV, valutato in un trial avviato nel 2019. Nell'ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha reclutato 20 partecipanti sani e sieropositivi. 15 individui hanno ricevuto due delle quattro dosi previste del vaccino sperimentale e cinque hanno ricevuto tre dosi.
Al termine del primo ciclo da due immunizzazioni, il farmaco era associato a un tasso di risposta sierica del 95 per cento e un tasso di risposta delle cellule T del 100 per cento. Stando a quanto emerge dall'indagine, inoltre, il nuovo vaccino può stimolare gli anticorpi a combattere diversi ceppi dell'agente patogeno in poche settimane, mettendo in moto una risposta immunitaria efficace. Il candidato prende di mira un'area dell'involucro esterno dell'HIV-1 chiamata regione esterna prossimale della membrana (MPER), che rimane stabile anche in caso di mutazioni.
"Il nostro lavoro rappresenta un importante passo in avanti nella lotta all'HIV - commenta Haynes - nei prossimi step cercheremo di introdurre anticorpi neutralizzanti più potenti contro altri siti del virus". Un partecipante ha manifestato una reazione allergica non pericolosa per la vita, ma la sperimentazione è stata sospesa. A seguito di indagini specifiche, gli scienziati hanno ipotizzato che l'effetto collaterale fosse dovuto a un additivo presente nel farmaco.
"Per ottenere un anticorpo ampiamente neutralizzante - aggiunge Wilton Williams, collega e coautore di Haynes - è necessario che si verifichi una serie di eventi, in genere occorrono diversi anni dopo l'infezione. La sfida è quella di ricreare gli eventi necessari in un arco di tempo più breve attraverso un vaccino. La nuova molecola vaccinale potrebbe effettivamente contribuire a far emergere anticorpi neutralizzanti nel giro di poche settimane.
Un'altra caratteristica promettente del nostro candidato riguardava il modo in cui le cellule immunitarie cruciali sono rimaste in uno stato di sviluppo che ha permesso loro di continuare ad acquisire mutazioni, in modo che potessero evolversi insieme al virus in continua evoluzione". "Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per creare una risposta più efficace, un vaccino contro l'HIV - conclude Haynes - questo lavoro dimostra che anticorpi ampiamente neutralizzanti possono effettivamente essere indotti negli esseri umani mediante la vaccinazione. Nei prossimi step, cercheremo di replicare questi risultati con altri siti vulnerabili dell'involucro del virus".