AGI - Sulle piccole spalle di 100/150 inconsapevoli lucertole grava letteralmente il futuro di una intera specie. È così che il progetto LIFE EOLIZARD (LIFE22-NAT-IT-101114121), co-finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea, vuole salvare dal rischio estinzione la lucertola delle Eolie, Podarcis raffonei, endemica dell’omonimo arcipelago. Questa specie è in pericolo a causa dei cambiamenti del suo ambiente e della concorrenza con una specie introdotta dall’uomo. L’obiettivo del progetto è quindi prelevare dalla natura alcuni esemplari, farli riprodurre in cattività per poi reinserirli in un ambiente dove potranno vivere al sicuro. Il progetto – frutto della collaborazione strategica e competente tra diverse istituzioni, tra cui Università degli Studi di Roma Tre, Triton ETS, Università degli Studi dell’Aquila, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Fondazione Bioparco di Roma, Università degli Studi di Milano e altre importanti istituzioni, anche a livello internazionale – è stato presentato oggi, presso la Sala dei Lecci del Bioparco di Roma, in occasione dell’evento: “Conoscere e preservare la lucertola delle Eolie”. Tra i partecipanti Yitzhak Yadid della Fondazione Bioparco, Giulia Luzi di Triton ETS, Project Manager del progetto, Leonardo Vignoli, coordinatore del progetto presso l'Università degli Studi Roma Tre, Daniele Salvi, Professore Associato presso l'Università degli Studi dell'Aquila, Pierluigi Bombi, Tecnologo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Daniele Macale, Operatore presso la Fondazione Bioparco di Roma, Benedetta Gambioli, PhD Student presso l'Università degli Studi Roma Tre, Eleonora Ledda, Communication Manager presso Triton ETS. Uno gli aspetti più innovativi del progetto è l’utilizzo di avanzate tecniche di genetica per selezionare la popolazione di “rifondatori” della specie. “Ogni passo del progetto per la salvaguardia della lucertola delle Eolie è guidato dal metodo scientifico e in particolare dalle evidenze della genetica, così da preservare questa specie in via di estinzione ma anche da contemperare la tutela delle altre specie coinvolte”, dichiara Daniele Salvi. “Innanzitutto per la selezione delle lucertole che verranno inviate al Bioparco di Roma. Dato che a Vulcano vi sono evidenze di ibridazione tra la lucertola delle Eolie e la lucertola campestre, è necessario selezionare esemplari – continua – che non siano ibridi. In secondo luogo, i nostri studi hanno confermato che Podarcis raffonei soffre di una bassissima diversità genetica, che rappresenta una delle maggiori minacce per la conservazione della specie. Sarà quindi necessario per la selezione dei fondatori della colonia che andremo a costituire artificialmente presso il Bioparco, e che poi verrà riportata in natura, impiegare un elevato numero di individui che siano rappresentativi della variabilità genetica della specie, così da salvaguardare il potenziale evolutivo della nuova popolazione che verrà rilasciata in due isolotti che costituiranno il Santuario della lucertola delle Eolie”. Considerando che per preservare Podarcis raffonei è necessario che tali isolotti siano liberi da altre specie di lucertole, si è posto il problema del destino degli esemplari di lucertola campestre che verranno spostati per “far spazio” alla lucertola delle Eolie. “Anche in questo caso – evidenzia Salvi – la genetica è stata essenziale per un processo decisionale scientificamente informato. Non solo l’ampia diffusione della lucertola campestre in Italia e in quasi 300 isole del Mediterraneo ci conforta sul buono stato di conservazione di questa specie a confronto di Podarcis raffonei che rischia di scomparire, ma un’analisi genetica da noi condotta ci ha permesso di confermare che le lucertole campestri dei due isolotti appartengono alla stessa popolazione di Panarea, dalla quale sono stati probabilmente introdotti recentemente, e quindi vi si possono tranquillamente traslocare”. Essenziale sarà anche la fase di allevamento in cattività per la quale si sono preparate apposite strutture presso il Bioparco di Roma. “Stiamo lavorando a recinti particolari che possano ospitare in sicurezza Podarcis raffonei in modo che possa svilupparsi e prepararsi al rientro in natura”, afferma Daniele Macale. “Questi recinti sono stati realizzati, tenendo conto di una moltitudine di fattori, dalla necessità di evitare l’entrata dall’esterno di altre specie, a quella del contenimento di animali così piccoli, alla protezione degli stessi dagli uccelli, fino anche – prosegue – all’impedire un allagamento in occasione di eventuali ‘bombe d’acqua’ di recente sempre più frequenti. Un lavoro delicato e che è ora in fase di completamento in attesa dell’arrivo degli esemplari di Podarcis raffonei”. L’arrivo degli esemplari al Bioparco è previsto, orientativamente, da maggio e si tratterà di circa “150 animali– specifica Macale – quindi più o meno una ottantina di coppie. Un risultato che consentirebbe – in ipotesi con 5 piccoli per femmina – di avere una prima nuova generazione, fino a un massimo di 400 esemplari che verrebbero rilasciati dopo un anno o più probabilmente un anno e mezzo in natura, così da garantire per la prima fase della loro vita le maggiori condizioni di sicurezza possibili. Da lì a seconda dell’età delle lucertole originarie, avremo generazioni successive ogni anno più o meno, fino a un massimo di cinque stagioni riproduttive, considerando che la vita media di questi animali allo stadio adulto è di cinque/sei anni”. Per sensibilizzare il pubblico sul progetto verranno portate avanti nel corso dei prossimi mesi una serie di attività di informazione e di coinvolgimento, a partire da un concorso fotografico cui faranno seguito altri incontri di divulgazione, programmi per le scuole dell’arcipelago delle Eolie e perfino realizzazione di fumetti dedicati alla salvaguardia della Podarcis raffonei. “In particolare – conclude Eleonora Ledda, Communication manager Triton ETS – il progetto verrà presentato alle comunità locali così che possano comprenderne l’importanza e siano opportunamente informate su quanto verrà fatto”.