AGI - Le collisioni stellari possono dare origine a elementi cosmici molto particolari, che appaiono giovani ma derivano dalla fusione di stelle molto più antiche. A descrivere il comportamento di queste stelle "zombie" uno studio, presentato durante la riunione dell'American Physical Society (APS) a Sacramento, condotto dagli scienziati della Northwestern University, che pubblicheranno anche un articolo su The Astrophysical Journal Letters.
Il team, guidato da Sanaea C. Rose, ha tracciato il percorso e la traiettoria di mille stelle attraverso un insieme di simulazioni al computer. I ricercatori hanno considerato gli astri che orbitavano attorno a Sagittarius A, un buco nero supermassiccio che si trova al centro della nostra galassia. Questa regione è densamente popolata da stelle, che spesso si scontrano tra loro. Il gruppo di ricerca ha scoperto che a seguito della collisione i corpi celesti possono perdere massa, fondersi con altre stelle e apparire molto più giovani.
"La zona attorno a Sagittarius A - riporta Rose - è ricca di stelle che si muovono a velocità estremamente elevate. Potremmo paragonare questa area cosmica alla stazione della metropolitana durante l'ora di punta. È molto comune scontrarsi o passare molto vicino a qualcuno. Per le stelle, le collisioni ravvicinate provocano interazioni gravitazionali". "Il centro della Via Lattea è un luogo strano e selvaggio - aggiunge l'esperta - la presenza del buco nero accelera le stelle che arrivano a muoversi a migliaia di chilometri al secondo".
Gli scienziati hanno sviluppato una simulazione per tracciare il destino delle popolazioni stellari nel centro galattico. Il modello tiene conto di diversi fattori, come la densità dell'ammasso stellare, la massa delle stelle, la velocità dell'orbita, la gravità e la distanza dal buco nero. Stando a quanto emerge dall'indagine, le stelle che si trovano entro 0,01 parsec dal buco nero si scontrano costantemente, liberandosi degli strati esterni per poi continuare a muoversi.
"A seconda della velocità con cui avvengono le collisioni - sottolinea Rose - si generano stelle ridotte, di masse ridotte. Gli astri che orbitano attorno al buco nero con velocità di centinaia di chilometri al secondo, invece di migliaia, non raggiungono un livello di energia sufficiente a continuare il movimento dopo essersi scontrate, per cui si fondono fino a diventare oggetti più massicci. In alcuni casi potrebbero diventare fino a dieci volte più massicce del Sole". Fusioni e scontri favoriscono l'accumulo di idrogeno, generalmente associato alle stelle più giovani. "Queste stelle zombie risultanti - conclude Rose - bruciano molto, molto velocemente. Si tratta di un sistema diverso da ciò che siamo abituati a osservare. Il nostro lavoro potrebbe rivelare informazioni preziose sulla storia della Via Lattea. Dato che l'ammasso centrale della galassia è estremamente difficile da studiare, le simulazioni potrebbero aiutarci ad analizzare queste dinamiche".