AGI - Un nuovo vaccino trivalente si è rivelato essere ampliamente protettivo contro ogni variante di coronavirus. A svilupparlo i ricercatori del Georgia Institute of Technology e dell’Università del Wisconsin-Madison, in uno studio descritto su Nature Communications. I vaccini a mRNA creati nell’ambito del programma “Operation Warp Speed” degli Stati Uniti hanno rappresentato un’enorme innovazione; tuttavia, l’aggiornamento annuale di questi booster per le specifiche varianti del SARS-CoV-2 è inefficiente sia per gli scienziati che per i pazienti. Il SARS-CoV-2 è solo un membro della sottofamiglia dei sarbecovirus, o SARS Betacoronavirus. Gli altri includono il SARS-CoV-1, che ha causato l’epidemia di SARS del 2002, e altri virus che circolano nei pipistrelli e che potrebbero originare future pandemie. Ora, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo vaccino che offre un’ampia protezione non solo contro le varianti del SARS-CoV-2, ma anche contro altri sarbecovirus dei pipistrelli. L’innovativo vaccino trivalente ha dimostrato una protezione completa, segnando un passo significativo verso un vaccino universale per i coronavirus. “Da tempo stavamo lavorando a strategie per realizzare un vaccino ad ampia protezione - ha dichiarato Ravi Kane, professore della Scuola di Ingegneria Chimica e Biomolecolare al Georgia Tech -. Questo vaccino potrebbe proteggere non solo dal ceppo attualmente in circolazione quell’anno, ma anche dalle varianti future”, ha continuato Kane che, assieme al suo gruppo di ricerca, lavora sulle tecnologie volte a sviluppare vaccini più ampiamente protettivi per i virus da quando è entrato a far parte del Georgia Tech nel 2015.
Sebbene la squadra di scienziati non prevedesse specificamente l’insorgere del Covid-19, gli eventi pandemici si sono verificati regolarmente nel corso della storia umana. Pur avendo orientato la ricerca su vaccini volti a colpire coronavirus, il gruppo di ricerca è rimasto sorpreso dalla rapidità con cui è nata ogni nuova variante, il che ha reso ancora più urgente la necessità di un vaccino più ampio. Una volta resisi conto della sfida insita che comportava la velocità di mutazione del SARS-CoV-2, gli scienziati avevano due opzioni per costruire un vaccino: progettarne uno che fosse ampiamente preventivo contro il virus, oppure utilizzare come modello il vaccino antinfluenzale, che si aggiorna annualmente per la variante prevalente prevista. La creazione di un vaccino generico è più interessante perché consente ai pazienti di fare una sola iniezione e di essere protetti per anni. Per creare il loro vaccino generale, la squadra di ricercatori, guidata da Kane, ha sfruttato la chiave dei vaccini originali a base di mRNA: la proteina spike, che lega il virus alle cellule sane. Il loro vaccino utilizza tre proteine spike prominenti, o un vaccino trivalente, per suscitare una risposta anticorpale sufficientemente ampia da rendere il vaccino efficace contro le varianti della SARS-CoV-2 e altri sarbecovirus, che sono stati identificati come potenziali pandemici.
“Se si sa quale variante è in circolazione, si può immunizzare con la proteina spike specifica di quella variante - ha spiegato Kathryn Loeffler, dottoranda e coautrice dello studio -. Ma un vaccino ampio è più difficile da sviluppare perché si protegge da molti antigeni diversi anziché da uno solo”. I collaboratori del gruppo di Yoshihiro Kawaoka, dell’Università del Wisconsin, hanno testato il loro vaccino nei criceti, che avevano precedentemente identificato come un modello animale appropriato per valutare i vaccini e le immunoterapie contro la SARS-CoV-2. Il vaccino è stato in grado di neutralizzare tutte le varianti di SARSCoV-2 omicron testate, così come i coronavirus non SARS-CoV-2 circolanti nei pipistrelli. Inoltre, il vaccino ha fornito una protezione completa senza la presenza di virus rilevabili nei polmoni. Kane spera che la strategia vaccinale identificata dalla sua squadra possa essere applicata ad altri virus, altre sottofamiglie di coronavirus e altri virus come quelli dell’influenza. Fra le attese del ricercatore vi è anche la possibilità che alcuni degli antigeni specifici descritti nello studio possano essere avviati in una sperimentazione preclinica. “Un giorno, un vaccino trivalente potrebbe far parte del trattamento medico di routine”, ha concluso Kane.