AGI - Nel corso di due decenni è stata riscontrata una forte associazione tra il rischio di parto prematuro e l’esposizione a temperature estremamente calde durante il terzo trimestre di gravidanza. Lo rivela uno studio condotto dalla Monash University, pubblicato su JAMA Pediatrics. A fronte dell’aumento delle temperature a livello globale, i ricercatori hanno deciso di svolgere un’indagine su 1,2 milioni di nascite, incluse 63.144 nascite pretermine, avvenute a Sydney tra il 2000 e il 2020. I dati suggeriscono che il livello di verde presente nell’ambiente residenziale di una donna incinta potrebbe ridurre l’incidenza delle nascite premature. Ai fini dello studio, l’eccesso di calore è stato definito come temperature trimestrali superiori al 95% della distribuzione trimestrale nel periodo di 20 anni. Lo studio, guidato Shanshan (Shandy) Li, della Monash School of Public Health and Preventive Medicine, ha esaminato le nascite utilizzando la New South Wales Midwives Data Collection.
Il gruppo di ricerca ha incrociato questi dati con quelli relativi alle temperature storiche, alla copertura arborea e ai livelli di verde complessivo ricavati da immagini satellitari. La ricerca ha concluso che l’esposizione al caldo estremo, sia diurno che notturno, nel terzo trimestre era fortemente associata a un aumento del rischio di parto pretermine, a differenza della stessa esposizione nel primo o nel secondo trimestre. Questa associazione è stata registrata per tutti i livelli di verde dell’area, anche se la forza dell’associazione è leggermente diminuita per le donne che vivevano in aree con più alberi e altro verde, sollevando l’ipotesi che il verde potrebbe attenuare parte del rischio derivante dall’esposizione al caldo estremo nel terzo trimestre.
“La presenza di verde, soprattutto di alberi, ha il potenziale di mitigare i livelli di calore e di ridurre i rischi di parto pretermine associati al caldo”, ha detto Li, che è anche prima autrice dello studio ed esperta di impatti ambientali sulla salute dei bambini. “Il verde ha anche un impatto positivo sulla salute fisica e mentale che va oltre la gravidanza e il parto”, ha continuato Li. “Dovremmo integrare le strategie di mitigazione del calore, come l’aumento degli spazi verdi, nella pianificazione urbana, per migliorare la salute pubblica, ha osservato Li. Secondo Yuming Guo, autore senior dello studio e anch’egli della Monash University, pur essendo ancora limitate, sono aumentate le prove epidemiologiche che collegano le temperature ambientali ai parti prematuri.
“Le prove emergenti suggeriscono che la temperatura dell’aria notturna, in particolare il calore notturno estremo, ha un impatto significativo sulla salute, compresi il sonno e il riposo”, ha dichiarato Guo. “La qualità e la durata del sonno influiscono su vari aspetti della salute e i disturbi di questi fattori possono avere conseguenze sugli esiti della gravidanza”, ha aggiunto Guo. “Le alte temperature notturne possono alterare i ritmi biologici e potenzialmente influenzare la pressione sanguigna, il che può essere un problema per le persone in gravidanza”, ha precisato Guo. “Dato il previsto aumento delle temperature estreme con il riscaldamento del nostro pianeta, è fondamentale comprenderne l’impatto sulle nascite, così da sviluppare strategie per mitigare i rischi”, ha concluso Guo.