AGI - La causa delle recenti ondate di freddo che hanno investito l'Asia orientale e il Nord America sembra risiedere negli oceani delle medie latitudini, e non nel ghiaccio marino come si credeva finora. Ad annunciarlo il KIST, Korea Institute of Science and Technology che assieme a Mi-Kyung Sung, ricercatore senior del Sustainable Environment Research Center e a Soon-Il An, del Center for Irreversible Climate Change dell'Università Yonsei, ha individuato il ruolo ricoperto dagli oceani delle medie latitudini nelle frequenti ondate fredde che si sono verificate in Asia orientale e in Nord America. Lo studio pubblicato su Nature Communications, fornise una possibile risposta a medio e lungo termine ai cambiamenti climatici invernali.
Il mondo si sta riscaldando, ma gli inverni stanno diventando più freddi. A partire dagli anni 2000, l'Asia orientale e il Nord America hanno registrato frequenti eventi meteorologici estremi che sfidano le proiezioni medie sui cambiamenti climatici. Molti esperti hanno dato la colpa al riscaldamento dell'Artico e all'indebolimento della corrente a getto, a causa della diminuzione dei ghiacci marini artici, ma gli esperimenti sui modelli climatici non hanno dimostrato adeguatamente la loro validità.
L'enorme interruzione di corrente in Texas nel febbraio 2021 è stata causata da un'insolita ondata di freddo e i modelli climatici sono necessari per prevedere con precisione il rischio di eventi meteorologici estremi, al fine di prevenire ingenti danni socioeconomici. In particolare, gli esponenti nel campo della tecnologia climatica hanno recentemente fissato come obiettivo la capacita' di prevedere il clima del prossimo decennio o giù di lì. Le correnti oceaniche hanno un grande impatto sul tempo e sul clima dei Paesi vicini, poiché trasportano non solo materia in sospensione e disciolta, ma anche energia termica. In particolare, le regioni in cui le temperature cambiano rapidamente in una stretta fascia latitudinale, come la Corrente del Golfo nell'Oceano Atlantico e la regione a valle della Corrente di Kuroshio nell'Oceano Pacifico, sono chiamate fronti oceanici e il gruppo di ricerca congiunto KIST-Yonsei ha individuato nell'eccessivo accumulo di calore in questi fronti oceanici la causa dell'aumento delle ondate di freddo estremo.
Dall'inizio degli anni 2000 fino a poco tempo fa, l'anomala tendenza al freddo in Asia orientale ha coinciso con l'accumulo di calore in prossimità della Corrente del Golfo nell'Atlantico settentrionale, mentre quella in Nord America ha coinciso con l'intensificazione dell'accumulo di calore in prossimità della Corrente di Kuroshio. La regione frontale oceanica agisce come un termostato per controllare la frequenza delle ondate di freddo invernali e delle alte temperature anomale. Il processo di accumulo di calore nelle regioni frontali oceaniche dura da anni a decenni. Durante questo lasso di tempo, nelle regioni continentali può verificarsi una pausa di riscaldamento che contrasta la tendenza al riscaldamento globale.
Al contrario, durante i decenni di raffreddamento dei fronti oceanici, le regioni continentali sembrano subire una forte accelerazione del riscaldamento. Ciò suggerisce che la recente tendenza decadale al raffreddamento è essenzialmente rafforzata da una temporanea variabilità naturale del sistema climatico globale e che, secondo le aspettative, il caldo invernale fuori stagione, con il progressivo attenuarsi del calore nel fronte oceanico, diventerà sempre più ricorrente. I risultati sono evidenti anche negli esperimenti dei modelli climatici che variano la quantità di accumulo di calore vicino ai fronti oceanici, dimostrando che le osservazioni e gli esperimenti dei modelli climatici sono coerenti nelle loro conclusioni, in contrasto con la teoria convenzionale del ghiaccio marino. Ciò evidenzia l'importanza di simulare accuratamente la variabilità dei fronti oceanici nei modelli climatici per migliorare la capacita' di previsione dei cambiamenti climatici a medio e lungo termine nel prossimo decennio.
Icy waters of Lake Michigan surround snow-covered Chicago, following a cold snap that swept across much of northern USA this week. The “Windy City” had wind chills as low as -20° Fahrenheit, and high temps during the week never rose above 5° for the first time in nearly 30 years. pic.twitter.com/7xDCNWHT0w
— Daily Overview (@DOverview) January 19, 2024
Con il futuro intensificarsi del riscaldamento globale e la modifica della struttura degli oceani, queste variazioni climatiche regionali potrebbero cambiare drasticamente. Gli esperimenti condotti sui modelli climatici con l'aumento dei gas serra hanno mostrato che il Nord America probabilmente sperimenterà una pausa di riscaldamento più breve e meno intensa, mentre l'Asia orientale probabilmente sperimenterà intersezioni più frequenti tra pausa di riscaldamento e accelerazione. Queste diverse tendenze continentali sono determinate dalle diverse risposte oceaniche della Corrente di Kuroshio e della Corrente del Golfo al riscaldamento globale.
Applicare gli effetti dei fronti oceanici, rivelati da questa ricerca, ai modelli climatici di riscaldamento globale può migliorare le previsioni sui cambiamenti climatici per il prossimo futuro (MiKyung Sung del KIST)
"Lo studio fornira' importanti riferimenti per le previsioni a lungo termine della domanda energetica invernale e per la costruzione di infrastrutture, inserite nel contesto degli attuali cambiamenti climatici, che siano in grado di prevenire disastri climatici come l'interruzione di corrente in Texas del 2021", ha concluso Sung.