AGI - La proteina mitocondriale chiamata MCJ potrebbe rappresentare un possibile bersaglio per il trattamento dell’ipertensione polmonare. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dagli scienziati del Centro Nacional de Investigaciones Cardiovascolare (CNIC) di Madrid.
Il team, guidato da Guadalupe Sabio e Ayelén M. Santamans, ha scoperto che la proteina mitocondriale MCJ potrebbe essere modulata per preservare la funzione cardiaca nei pazienti con ipertensione polmonare. Questa rara, ma mortale, patologia attualmente non ha cura, e si verifica quando la pressione del sangue nelle arterie polmonari e nella parte destra del cuore raggiunge livelli troppo elevati. I pazienti che ne soffrono sperimentano un aumento della pressione sanguigna polmonare.
L’ipertensione polmonare colpisce tra le 15 e le 50 persone per milione sulla popolazione mondiale. La malattia produce sintomi che possono compromettere gravemente la qualità della vita, tra cui mancanza di respiro, vertigini e svenimenti. Nei casi più gravi, è necessario procedere con il trapianto dei polmoni.
Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia, gli esperti riportano il fumo, il peso in eccesso, la predisposizione genetica e l’esposizione prolungata a livelli bassi di ossigeno atmosferico. Le strategie di intervento attuale non migliorano la funzione cardiaca, rendendo l’insufficienza cardiaca la principale causa di morte nei soggetti che contraggono la malattia.
Gli esperti hanno rilevato livelli elevati di MCJ nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), ipotizzando che la proteina mitocondriale potrebbe svolgere un ruolo nell’ipertensione polmonare. Il gruppo di ricerca ha utilizzato un modello murino per comprendere gli effetti e la potenzialità di questa proteina.
“La modulazione dei livelli di MCJ – riporta Santamans – sembrava preservare la funzione cardiaca nonostante la presenza di danno polmonare. Questo perché si attiva una via di segnalazione essenziale per l’adattamento a bassi livelli di ossigeno, che prepara il cuore a funzionare correttamente in carenza di ossigeno”.
“Questi risultati – concludono gli autori – potrebbero aprire la strada a interventi terapeutici contro l’ipertensione polmonare. Per la prima volta, abbiamo individuato un potenziale bersaglio terapeutico per questa rara malattia”.