AGI - La terza edizione della Giornata Nazionale dello Spazio è stata un'occasione per ricordare ai cittadini il ruolo di leadership che il nostro Paese ha nell'economia spaziale, un pilastro fondamentale del Made in Italy destinato a giocare un ruolo di sempre maggiore rilievo nello sviluppo dell'economia nazionale. Il comparto può contare su eccellenze di livello mondiale in campo scientifico e tecnologico e su risorse importanti, anche grazie al Pnrr, ma per garantirsi il futuro che merita è vitale stimolare la nascita di startup per tenere il passo in campo di innovazione e dirigere sempre più giovani verso corsi di laurea STEM, ci ha spiegato il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, al quale abbiamo posto alcune domande a margine dell'inaugurazione dell'esposizione, curata dall'Asi stessa, che "racconta le competenze tecnologiche e scientifiche dell’Italia dello Spazio, attraverso missioni iconiche, programmi spaziali e scienza del cosmo".
La presidenza del G7 può essere positiva per la candidatura dell'Italia a sede dell'Einstein Telescope?
"Mi auguro che la presidenza del G7 sia un elemento favorevole. Noi abbiamo rapporto pluriennali con l'Istituto Nazionale di Astrofisica, abbiamo sempre lavorato di concerto, abbiamo sempre fatto sistema, quindi mi auguro che la cosa vada in porto, c'è tutto l'appoggio dell'Asi, è evidente".
Questa capacità di fare sistema si riflette anche nel complesso industriale? Cosa va migliorato?
"Nel complesso industriale la capacità di fare sistema c'è per il fatto che noi abbiamo dei grandi player i quali operano nella filiera di aziende di piccole e medie dimensioni le Pmi, che sono molto cresciute negli ultimi anni. Cosa va migliorato? Occorre dare un po' di impulso alle azioni che consentono la nascita di startup perché, guardando anche quello che è successo all'estero, sono le realtà più dinamiche - non è una critica, è una questione di carattere organizzativo - dove le innovazioni nascono più velocemente. Questa è un'azione che abbiamo messo in campo e per la quale ci impegneremo".
Il sistema di distretti peculiare dell'Italia si riflette anche nel settore spaziale?
"Sì, in Italia ci sono dodici distretti tecnologici più un cluster tecnologico nazionale per l'aerospazio e circa 70 nodi di ricerca e sviluppo con la partecipazioni di università e di enti pubblici di ricerca a livello nazionale. Sono molti i distretti dove si realizzano e si sperimentano le partnership tra il pubblico e privato. Con il recente avvento della commercializzazione delle attività spaziali, con l'ingresso dei privati, non possono essere escluse dal tavolo.
Nelle università ci sono abbastanza giovani che stanno scegliendo le competenze necessarie a far sì che il comparto in futuro non si ritrovi a corto di risorse?
"Abbiamo un sistema formativo di assoluta eccellenza riconosciuto a livello mondiale, abbiamo tuttavia la necessità - ma non siamo gli unici se guardiamo anche solo all'Europa - di dare un impulso all'interesse, e quindi alle iscrizioni, nei confronti dei corsi di laurea che vanno sotto il nome di lauree STEM, guardando anche alla elevata capacità e alle qualificazioni delle studentesse, quindi corsi in scienza, ingegneria e matematica. Bisogna impegnarsi per far sì che i numeri crescano, è importante. Non che le attività spaziali dipendando solo dalle risorse qualificate in tal senso, che sono certamente fondamentali, ma sono necessari anche altri profili. È un settore multidisciplinare ma di sicuro il campo delle lauree STEM va rinforzato".