AGI - Un ceppo di influenza suina è stato rilevato per la prima volta in una persona nel Regno Unito. Non ci sono prove che l’influenza suina si stia diffondendo nel paese e il paziente si è ripreso completamente. Le infezioni di diffusione dei virus respiratori dagli animali alle persone sono comuni e di solito passano inosservate perché chi ne è affetto non si sente particolarmente male e il virus non prosegue il suo cammino.
Ma, l’influenza suina viene monitorata da vicino perché, nel 2009, ha causato una pandemia umana che ha ucciso circa 284.000 persone. Il virus rilevato nell’individuo del Regno Unito era l’influenza A sottotipo H1N2, che è noto aver infettato 50 persone in tutto il mondo dal 2005. Le autorità sanitarie stanno indagando su come la persona nel Regno Unito sia venuta a contatto col virus H1N2 e stanno monitorando eventuali segni che indichino che il virus sia in grado di diffondersi nell’uomo, attraverso la trasmissione da uomo a uomo.
Nessun precedente sembra essere correlato geneticamente alla variante britannica, secondo le informazioni rilasciate il 27 novembre dall’UKSHA, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito. Il caso britannico è stato individuato, nello specifico, dopo che i medici hanno effettuato un test genetico su un individuo, nel North Yorkshire.
“È davvero importante che questi casi vengano monitorati, perché se qualcosa sta andando oltre vogliamo saperlo”, ha affermato Ed Hutchinson, virologo dell’Università di Glasgow, Regno Unito. Le infezioni da spillover di virus respiratori, tra cui l’influenza trasmessa da una specie all’altra sono piuttosto comuni. “Il motivo per cui è comparsa ora è che si stava diffondendo nei suini”, ha detto Paul Hunter, epidemiologo dell’Università di East Anglia a Norwich, nel Regno Unito.
I virus respiratori si propagano attraverso il contatto ravvicinato, quindi le persone che lavorano con i suini sono particolarmente a rischio, anche se qualsiasi contatto prossimo con un animale infetto può trasmettere il virus. Nella maggior parte dei casi, si ritiene che le ricadute non vengano rilevate, perché spesso chi ne è affetto non presenta particolari sintomi e il virus non viaggia oltre. Il contagio nel Regno Unito è stato, in parte, rilevato perché la persona infetta si è sentita abbastanza male da rivolgersi a un medico.
“Il Paese ha un sistema di sorveglianza per i virus respiratori e, se una persona si reca dal medico con sintomi simili all’influenza il dottore è tenuto a eseguire un tampone e a inviare il campione per l’analisi”, ha spiegato Hutchinson.
“Finché non si ha la prova che un virus stia iniziando a diffondersi più ampiamente e ad aumentare di numero, non si può prevedere se potrà essere una minaccia”, ha aggiunto Hunter. Non ci sono ancora prove che ciò sia avvenuto nel caso dell’H1N2 rilevato nel Regno Unito.
“La domanda da porsi è se il virus sia in grado di replicarsi in una persona abbastanza da non infettarla soltanto, ma da permettere la trasmissione a un altro essere umano, e questo è davvero difficile che accada per i virus se non si trovano nell’ospite giusto”, ha proseguito Hunter. “Di solito, in un caso di spillover, questo non accade”, ha sostenuto Hutchinson.
Tuttavia, i virus dell’influenza sono insoliti perché sono in grado di riprodursi, il che significa che virus diversi possono combinare i loro geni durante la replicazione. Questo aiuta i virus a adattarsi da una specie all’altra. “Se due virus diversi infettano contemporaneamente la stessa cellula, può nascere un virus che ha alcuni geni di un virus genitore e alcuni geni dell’altro virus genitore - ha illustrato Hutchinson - Questo fenomeno si chiama riassortimento”.
Il processo è particolarmente preoccupante quando porta a un virus con molti geni in grado di adattarsi all’uomo, e quindi abile a replicarsi nell’essere umano, e con proteine sulla sua parte esterna, che sono quelle che gli anticorpi umani usano per riconoscere e distruggere i virus, che provengono da una nuova fonte non umana.
“Il virus che ha causato la pandemia di influenza suina del 2009 era una miscela di virus diversi: un’influenza suina, un’influenza umana e un’influenza aviaria si sono scambiati i geni”, ha osservato Hutchinson.
“E poi un’altra influenza suina si è mescolata con quella, per produrre un virus che è stato in grado di trasferirsi negli esseri umani, e quindi si è trattato di una versione insolitamente complessa”, haconcluso. Nei prossimi giorni, gli scienziati lavoreranno per capire meglio la genetica della variante che ha infettato la persona nel Regno Unito, utilizzando i dati noti provenienti da grandi insiemi di informazioni sui virus per verificare se questa sia correlata ad altri virus.