AGI - Uno studio archeologico ha osservato che alcune specie di balene sono estinte a causa della caccia molto prima di quanto si pensasse. La caccia alle balene ha avuto un impatto significativo sulla biodiversità marina, portando alla quasi estinzione di diverse specie durante il XIX e il XX secolo.
Anche se la caccia alle balene ha subito una significativa diminuzione dopo gli anni ’60 a causa della scarsità di balene, la biodiversità marina rimane minacciata da altre cause, come la perdita di habitat e il cambiamento climatico. Uno studio condotto da un gruppo di archeologi presso il Museo dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia ha esaminato 719 ossa di balena provenienti da varie collezioni museali in Europa. La maggior parte di queste ossa risaliva a un periodo compreso tra il 900 a.C. e il 1500 d.C.
Studiando le proteine presenti in queste ossa, è stato possibile identificare le specie di balene alle quali appartenevano. Le ossa esaminate provenivano da balene catturate sia a nord, in Norvegia, che a sud, in Spagna. La caccia alle balene era praticata da persone di molti paesi europei, tra cui Scandinavia, Isole Britanniche, Belgio, Francia e Spagna.
L’analisi dei reperti ha rivelato che alcune specie di balene, in particolare la balenottera grigia (Eschrichtius robustus) e la balena franca settentrionale dell’Atlantico (Eubalaena glacialis), erano state completamente eliminate dalle acque europee ancor prima dell’era della caccia alle balene su vasta scala. Queste due specie erano particolarmente vulnerabili poiché si avvicinavano molto alla costa e potevano essere cacciate da piccole imbarcazioni ancor prima che la caccia alle balene diventasse un’industria importante.
La balenottera grigia scomparve da alcune parti dell’Atlantico settentrionale già nel Medioevo e fu completamente estirpata dalla regione entro il XVIII secolo. Attualmente, la specie è sopravvissuta con due popolazioni vitali nell’Oceano Pacifico, ma non è ancora tornata nell’Atlantico. La balena franca settentrionale dell’Atlantico, d’altra parte, è in grave difficoltà. Questa specie, che nuota lentamente e preferisce restare vicino alla costa, è stata oggetto di caccia intensa per secoli, portando al suo declino.
Nonostante sia stata completamente protetta dal 1937, rimangono solo da 300 a 400 individui, principalmente lungo le coste del Nord America. I risultati di questo studio offrono spunti interessanti per la comprensione dell’impatto storico della caccia alle balene sulla biodiversità marina in Europa e per la possibile rinascita di alcune specie, come la balenottera grigia, in seguito ai cambiamenti ambientali causati dal riscaldamento globale. La conservazione delle aree marine e la protezione delle specie vulnerabili rimangono sfide cruciali per preservare la biodiversità del nostro pianeta.