AGI - “Il cancro non sarà l’ultima cosa che mi fott*rà” (Cancer won’t be the last thing that f*cks me) è il titolo della provocatoria campagna pubblicitaria che sta tappezzando le strade di Londra in questi giorni. L’obiettivo è aiutare le sopravvissute al cancro a sentirsi degne di piacere sessuale. A realizzarla è l’agenzia creativa BBH in collaborazione con l’organizzazione GirlVsCancer.
Le parole ‘sesso’ e ‘cancro’ non sono di solito associate nella stessa frase ma «questa campagna contribuirà a cambiare questa percezione», promettono le autrici su un quotidiano londinese. «Questa iniziativa ha avuto inizio due anni fa quando uno dei dipendenti di BBH ha appreso dell’esistenza di sex toys progettati per le donne affette da cancro e ha mobilitato l’agenzia per sostenere questa causa». Attraverso una ricerca, BBH ha scoperto che il 60% delle donne con il cancro dichiara di sperimentare disfunzioni sessuali, e un terzo di loro non riceve alcuna informazione pretrattamento sugli effetti collaterali sessuali del cancro.
L’agenzia ha cercato un’organizzazione benefica con cui collaborare ed è giunta a GirlVsCancer, fondata da Lauren Mahon, donna che ha combattuto un cancro al seno nel 2016. L’audacia dello slogan “Il cancro non sarà l’ultima cosa che mi fott*rà” ha conquistato Lauren Mahon, e insieme hanno lavorato per realizzare una serie di tre cortometraggi provocatori e una campagna out-of-home correlata.
«La campagna ha un grande impatto, i contenuti dei video sono anche fin troppo espliciti, ma è necessario dare uno ‘schiaffo’ comunicativo per sollevare il problema» commenta Amalia Vetromile, fondatrice dell’APS Mamanonmama e del movimento Sex and the Cancer. Quello che le donne non dicono, che si batte per il diritto delle donne a ritrovare una sessualità soddisfacente dopo il cancro.
«Il nome del nostro progetto Sex and the Cancer, creato da Mark Adam Bells, è volutamente provocatorio, anche se poi affronta tutta la complessa problematica della sindrome urogenitale. Credo che a fianco alla provocazione sia necessaria la formazione dei medici e del personale sanitario, l’informazione e il supporto alle donne, l’accessibilità alle terapie disponibili», commenta Vetromile. In Italia «quasi 2 milioni di italiane convivono con una diagnosi di tumore e hanno imbarazzo a parlare dei propri problemi intimi col medico, convinte che nulla si possa fare – afferma Vetromile – Invece, le soluzioni esistono.
Per questo, Sex and the Cancer ha creato uno sportello d’ascolto che, tramite una piattaforma di telemedicina, offre un servizio gratuito di consulenza online in tutta Italia, con gli specialisti volontari. Per accedervi, basta collegarsi al sito https://www.Sex and the Cancer.it/sportello-ascolto-Sex and the Cancer/». In più, Sex and the Cancer si batte per promuovere la consapevolezza non solo verso le pazienti ma anche nei confronti dei medici e dei professionisti sanitari che ignorano o non sono preparati ad affrontare tali tematiche. Il 26 ottobre presso la Sala Protomoteca del Campidoglio si terrà il 4° Convegno Nazionale Sex and The Cancer.