AGI - Ventimila galassie inedite dietro la nostra Via Lattea. È il risultato di un'indagine più profonda, nel cuore della nostra galassia. I dati dell'indagine sono stati presentati da alcuni astronomi riuniti la scorsa settimana alla Specola Vaticana. L'indagine è chiamata The VVVX Survey (VISTA Variables in the Via Lactea extended). Il team ha osservato ripetutamente le parti interne della nostra galassia nell'infrarosso negli ultimi dodici anni utilizzando il telescopio VISTA di 4 metri a ESO/Paranal, in Cile, e ha generato un ampio database di più di un miliardo di stelle, registrando anche i loro cambiamenti di luminosità nel tempo.
Le regioni centrali della Galassia sono tra le più scure del cielo notturno a causa della presenza di gas e polveri, che creano una "zona d'ombra". Tuttavia, utilizzando le lunghezze d'onda dell'infrarosso, gli astronomi che hanno utilizzato l'indagine VVVX sono riusciti a scrutare attraverso la polvere e a vedere anche galassie lontane dall'altra parte della Via Lattea.
#VISTA observations of the #MagellanicClouds at #Surveys23 pic.twitter.com/KNQmJRnl9I
— Alessandro Dr.Ed (@aederocl) October 17, 2023
Questo lavoro è stato guidato dai dottori Laura Baravalle, Fernanda Duplancic e Sol Alonso, delle Università Nazionali di Cordoba e di San Juan in Argentina, che sono stati anche ex studenti della Scuola estiva della Specola Vaticana. Un altro ex studente, il dottor Alonso Luna dell'Universidad Andres Bello in Cile e dell'European Southern Observatory in Germania, ha presentato il suo lavoro sulle stelle iperveloci trovate nel cuore della galassia. Si pensa che queste stelle estremamente veloci, che si muovono a velocità superiori a 2 milioni di km/ora, siano state espulse dal buco nero supermassiccio localizzato al centro della nostra galassia.
Il dottor Phil Lucas dell'Università di Hertfordshire ha presentato, invece, la scoperta di un nuovo tipo di stelle variabili nel disco nucleare della Via Lattea. Queste rare stelle presentano variazioni repentine di luminosità, a differenza di qualsiasi altra sorgente conosciuta in precedenza, sono state chiamate "dipping giants" e sembrano essere concentrate verso il centro galattico.
In uno studio complementare, il dottor Jason Sanders dell'University College di Londra, nel Regno Unito, è riuscito a misurare l'eta' del disco nucleare e della barra che circonda il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, utilizzando uno speciale tipo di stelle variabili chiamate Miras, che vengono rilevate a migliaia dalla survey VVVX. Sorprendentemente, ha scoperto che il disco nucleare si e' formato quasi 8 miliardi di anni fa, prima ancora che il nostro Sole nascesse.