AGI - È recente la notizia del primo avvistamento nel continente europeo, nello specifico in Sicilia, con 88 nidi individuati vicino Siracusa, di una delle specie di formiche più invasive e dannose al mondo.
È la Solenopsis invicta, una formica rossa dal pungiglione doloroso originaria del Sud America. A renderlo noto è uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology, guidato dall'Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica in Spagna, al quale hanno partecipato anche l'Università di Parma e l'Università di Catania. Secondo quanto previsto dai ricercatori, le formiche potrebbero presto diffondersi in tutto il continente, causando gravi problemi ambientali, sanitari ed economici in Italia e oltre.
Quello della Solenopsis invicta, conosciuta anche come formica guerriera, non sembra purtroppo essere un caso isolato. Sono, infatti, numerosi gli esempi di specie aliene di insetti che minacciano la salute pubblica, gli ecosistemi, le coltivazioni e gli allevamenti. Dalla cimice asiatica al coleottero africano, dal cinipide del castagno alla Xylella, dal moscerino dagli occhi rossi al calabrone asiatico è allarme per l'invasione in Italia di vere e proprie specie aliene.
La stessa Coldiretti ha lanciato l'allarme dei molteplici casi, riscontrati lungo la Penisola, degli attacchi di animali, insetti e organismi portati nelle campagne italiane dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi. Gli eventi che hanno visto il popolarsi di questi insetti nel continente europeo sono tutt'altro che casuali.
Sono il frutto del riscaldamento globale, con il 2023 che, in Italia, secondo l'analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr, svolta nei primi sette mesi dell'anno, è fra i primi dieci anni più caldi di sempre, con una temperatura superiore di 0,67 gradi la media storica, al terzo posto tra le più alte mai registrate dal 1800, quando sono iniziate le prime rilevazioni.
I pericoli portati dalla cimice asiatica
Fra le specie estere che preoccupano maggiormente vi è la cimice marmorata asiatica, che viene dalla Cina; questa è particolarmente pericolosa per l'agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno, con circa 300 o 400 esemplari alla volta. Le loro punture, inoltre, compromettono i raccolti, rendendo i frutti non commestibili e utilizzabili. Una vera emergenza per il nostro sistema produttivo perché capace di colpire centinaia di specie coltivate e spontanee, con una diffusione che interessa l'intero territorio nazionale.
Il grande caldo ha favorito anche la moltiplicazione degli insetti killer del bosco, nell'arco alpino, dove si è diffuso il Bostrico Tipografo, un coleottero che ama il clima arido e asciutto ed è capace di infilarsi sotto la corteccia degli alberi, scavando intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa, in particolare agli abeti rossi, ma anche al larice, l'abete bianco e il pino silvestre, uccidendoli nel giro di poche settimane.
Il disastro causato dalla Xylella
La Xylella è, invece, arrivata in Italia da piante tropicali giunte dall'America latina e sino a oggi ha contagiato oltre ventuno milioni di piante, una strage di ulivi che ha lasciato strascichi devastanti, con oltre ottomila chilometri quadrati di territorio infettato, pari al 40% della regione Puglia. Secondo il monitoraggio della Coldiretti il batterio killer, che ha causato un disastro ambientale ed economico senza precedenti, con la conseguente perdita di cinquemila posti di lavoro nella filiera dell'olio extravergine di oliva. sta procedendo con una media di venti chilometri all'anno, nell'ultimo decennio.
Gli altri animali 'osservati speciali'
Enormi danni li sta facendo anche la Drosophila suzukii, il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia. Le castagne hanno invece pagato un conto assai salato per opera del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, che proviene dalla Cina e provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni. Contro l'insetto è stata, però, avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e un'accurata diffusione dell'insetto Torymus sinensis, che è un suo antagonista naturale. L'azione ha mostrato esiti positivi, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento.
La produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è, invece, minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico o Vespa velutina e il coleottero africano, noto con il nome scientifico di Aethina tumida, che mangiano e distruggono il miele, il polline e, soprattutto, la covata, annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare.
Ma non è tutto! C'è anche il punteruolo rosso, Rhynchophorus ferrugineus, originario dell'Asia, che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004. Da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato le aree verdi pubbliche e private di Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.
Una grande preoccupazione sta, poi, destando una delle specie più temute, la chiocciola africana gigante. Si tratta di una lumaca, la Achatina fulica, che a Cuba o in Florida ha divorato milioni di ettari di raccolti. In Italia è stata vista in più occasioni, perfino in un parco di Ferrara, ma per fortuna, al momento, non ha ancora proliferato.