AGI - Un modello dell’embrione umano dall’impianto nell’utero fino a 14 giorni dopo la fecondazione, creato a partire da cellule staminali pluripotenti geneticamente non modificate, è stato presentato dai ricercatori del Weizmann Institute of Science di Israele in un articolo su Nature questa settimana.
Il modello riproduce la struttura tridimensionale e le principali caratteristiche degli embrioni umani dopo l’impianto fino a questo punto, compresa la corretta allocazione spaziale delle linee cellulari in compartimenti embrionali ed extraembrionali definiti. In precedenza, era stato dimostrato che le cellule staminali embrionali naive di topo davano origine a cellule staminali embrionali ed extraembrionali capaci di auto-assemblarsi in modelli di embrioni basati su cellule staminali di topo (SEMs) nello stadio post-gastrulazione (quando l’embrione si differenzia nei tre principali tipi di tessuto del corpo).
Ispirati da queste osservazioni, Jacob Hanna e colleghi hanno adattato l’approccio utilizzato nei topi per generare SEMs umani post-impianto auto-organizzanti a partire da cellule staminali embrionali umane naive. Le SEMs umane che hanno generato riproducono l’architettura tridimensionale e le principali tappe dello sviluppo degli embrioni umani dai 7-8 giorni dopo la fecondazione fino ai 13-14 giorni dopo la fecondazione.
Gli autori notano che il loro modello ricrea l’organizzazione di tutte le linee cellulari e i compartimenti noti degli embrioni umani nelle prime fasi post-impianto, inclusi l’epiblasto, l’ipoblasto, il mesoderma extraembrionale e il trofoblasto. A differenza dei modelli precedenti, questo modello mostra caratteristiche distintive dei modelli di embrioni integrati, inclusi tutte le linee cellulari dell’embrione post-impianto (anche se alcune sottopopolazioni potrebbero richiedere ulteriore supporto sperimentale) e un’organizzazione strutturale.
Gli autori sperano che la loro piattaforma possa consentire l’indagine sperimentale di finestre dello sviluppo umano nelle prime fasi post-impianto che erano precedentemente inaccessibili. Tuttavia, sottolineano che il loro obiettivo era quello di creare un modello e che, sebbene le SEMs umani assomiglino strutturalmente agli embrioni, non sono identici a esse.