AGI - Bonificare i terreni contaminati con gli scarti dei cereali. La rivoluzione è contenuta nel progetto 'Ricrea', che mira a sviluppare un utilizzo innovativo dei rifiuti generati dalla trasformazione di cereali e legumi. Si tratta di un processo in cui vengono generati alcuni microrganismi, produttori di biosurfattanti e biotensioattivi, in grado di biodegradare le sostanze inquinanti. Il progetto, della durata di 24 mesi e partito a marzo del 2022, ha dato positivi risultati dei test in laboratorio sulla biodegradazione di gocce di petrolio.
Siamo davanti a una soluzione tecnologica che prospetta diversi impatti positivi sotto il profilo ambientale. In primis la circolarità nella gestione dei rifiuti cerealicoli con il reimpiego in nuovi cicli produttivi. Poi la creazione di un'alternativa adeguata ed ecocompatibile ai tradizionali reagenti sintetici impiegati nelle operazioni di bonifica; e minori consumi energetici ed emissioni di gas serra rispetto ai tradizionali processi biologici dei terreni contaminati. Infine, la prevenzione della produzione di rifiuti generati dalle operazioni di bonifica di terreni contaminati, evitando il loro trasporto e lo smaltimento in discarica.
Il progetto è stato presentato nell’aula consiliare di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, nel corso del convegno “Innovazione ed economia circolare: nuove opportunità per una produzione cerealicola sostenibile”. Partner del progetto, promosso dall’Università degli Studi di Brescia e cofinanziato dal ministero dell'Ambiente, la Società Agricola Cooperativa Quadrifoglio di Castellucchio (Mn) con 120 aziende agricole socie, l’azienda BioC-CheM Solutions operante nel settore della microbiologia industriale, la società Sistemi Ambientali attiva nel settore del trattamento rifiuti e Promocoop Lombardia, società di servizi promossa da Confcooperative Lombardia.
“Ricrea è uno dei tanti progetti di innovazione in Lombardia in cui la cooperazione agroalimentare sta investendo non solo per difendere il reddito degli agricoltori, ma per produrre in un’ottica sempre più sostenibile. Tutelare il comparto cerealicolo lombardo è fondamentale anche per un’altra filiera, quella zootecnica che oggi è la principale destinazione d’uso dei cereali. Basta un dato, il 45% del latte nazionale proviene da aziende operanti sul nostro territorio e, fra queste, più del 60% è prodotto da cooperative", ha spiegato Fabio Perini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia.
In Italia, attualmente si trovano 4.689 siti contaminati e 5.379 siti potenzialmente contaminati, numero peraltro in continua crescita. Le principali categorie di contaminanti sono oli minerali, metalli pesanti e IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) come il petrolio o il carbone. Il 50% dei terreni contaminati è smaltito in discarica. Nel Paese le aree contaminate, destinate a bonifica (SIN - Siti di Interesse Nazionale), sono pari a 66.561 ettari, di cui 37.816 ettari relativi a procedimenti in corso e 28.745 ettari relativi a procedimenti conclusi. I SIN interessano 171.211 ettari di terreni e 77.733 ettari di aree marine. Tra le maggiori regioni interessate da procedimenti di bonifica la Lombardia con 5.535 ettari.