AGI - L’esperimento e la ricerca hanno “dell’incredibile”, gridano entusiasti i ricercatori: negli ultimi tre anni, il professor Masanori Kohda e i suoi colleghi della Osaka Metropolitan University hanno già avuto modo di dimostrare che il pesce pulitore, nome scientifico Labroides dimidiatus, un piccolo pesce dalle strisce blu e argento, “graffia contro le rocce dopo aver osservato allo specchio un segno sulla propria fronte”. Cosa ha percepito?, si son chiesti in coro i ricercatori, ma la domanda non ha trovato una sua risposta immediata.
La ricerca è andata avanti, progredendo, e ora in un terzo studio pubblicato lo scorso 6 febbraio, da quel che scrive Le Monde, e pubblicato su Proceedings of the American National Academy of Sciences, i ricercatori hanno analizzato dapprima il comportamento davanti a uno specchio per scoprire che in un primo momento il pesce attacca la propria immagine, per poi dopo qualche minuto aver realizzato che “l'intruso” riflette semplicemente i suoi stessi movimenti, calmarsi.
Bene. In un nuovo test, al pesce vengono mostrate delle altre foto e dinanzi alla sua immagine rimane impassibile, se non indifferente. La stessa cosa accade con “un pesce che ha la sua stessa testa ma il corpo di un altro” eppure “di fronte a un'altra testa, qualunque sia il corpo associato, lui attacca”. Allo stesso modo, “se la sua foto mostra un segno occasionale sul capo (di un colore diverso dal blu o dall'argento, i colori delle sue squame), il pesce pulitore cerca di rimuoverlo”. Non lo fa, invece, se il segno appare sulla foto di un altro pesce. Quali conclusioni se ne possono trarre?
Nell’esperimento conclusivo, “i pesci che non si sono mai confrontati con la loro immagine allo specchio vengono a loro volta mostrati con un'immagine di se stessi che hanno un segno sulla testa” e in questo caso si precipitano a capofitto, sbattono, mordono. Il significato, dunque, è che “lo specchio ha permesso loro di costruire un'immagine mentale di se stessi", concludono i ricercatori. E questo cosa comporta” Significa ad esempio che riconoscendo se stessi i pesci hanno una reale consapevolezza del proprio essere?
“L'argomento è delicato", ammette il team di ricerca, perché “la coscienza presuppone un pensiero, un'intenzione in azione, un obiettivo. Non ci siamo ancora. Ma ci stiamo arrivando. E se riusciremo a dimostrarlo, sarà una rivoluzione copernicana”. O, quantomeno, sarà la rivoluzione del pesce pulitore da colori blu e argento.