AGI - L'Arabia Saudita parte alla conquista dello spazio: per la prima volta nella storia invierà due suoi astronauti, di cui una donna, nella Stazione spaziale internazionale (Iss), che raggiungeranno nel secondo trimestre 2023.
"L'Arabia Saudita invierà i suoi primi astronauti sauditi donna e uomo nella Stazione spaziale internazionale nel secondo trimestre del 2023", ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Spa.
L'invio di Rayana Barnawi e Ali Al-Qarni sarà organizzato dagli Stati Uniti, con l'obiettivo in particolare di "beneficiare delle promettenti opportunità offerte dal settore spaziale e dalle sue industrie su scala globale", ha aggiunto la stessa fonte.
L'annuncio arriva nel momento in cui il sultano emiratino al-Neyadi diventerà il primo astronauta di un Paese arabo a trascorrere sei mesi nello spazio, quando volerà verso la Iss il 26 febbraio a bordo di un veicolo spaziale SpaceX.
Primo esportatore mondiale di greggio, il regno ultraconservatore sta cercando di diversificare la sua economia e di migliorare la sua immagine attraverso vari progetti e annunci, in un contesto di critiche ricorrenti di gravi violazioni dei diritti umani sul suo territorio. L'Arabia Saudita ha creato l'Autorità spaziale nel 2018 e l'anno scorso ha lanciato un programma per l'invio di astronauti. In realtà un precedente c'e' stato, quando nel 1985 Riad inviò il primo astronauta arabo e musulmano della storia a partecipare a un volo spaziale lanciato dagli Stati Uniti.
Questi ultimi progetti - tra cui il tour di ciclismo 'Saudi Tour' - sono stati istituiti nell'ambito del piano "Vision 2030" del potente principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, sovrano de facto del Paese e figlio dell'anziano e malato re Salman. Il principe Mohammed ha avviato radicali riforme economiche e sociali, compreso il diritto alla guida per le donne, ma rimane regolarmente accusato di mettere a tacere la società civile, dagli oppositori politici alle attiviste femministe. Anche gli Emirati Arabi Uniti, ricco Paese confinante e alleato dei sauditi, hanno intrapreso negli ultimi anni la corsa allo spazio, inviando un altro suo connazionale, Hazzaa al-Mansoori, nel 2019 per una missione di otto giorni nell'ISS.