AGI - “Uno strano e potente collaboratore ti sta aspettando”, scrive il Washington Post, “dagli solo poche e creerà una scenografia originale basata sulle tue indicazioni”. Ovvero? Si tratta di immagini create direttamente dall’Intelligenza Artificiale, tecnologia in rapida ascesa ed evoluzione, alla portata di chiunque sia in possesso di uno smartphone. Come funziona realmente?
Lo spiega per schemi il Wasgington Post: prima di tutto i ricercatori alimentano un sistema informatico con centinaia di milioni di immagini, in genere prelevate da Internet, e di conseguenza ogni immagine è poi abbinata alla relativa descrizione, cosicché “il computer impara a identificare le relazioni tra immagini e parole”. Un esempio? Se si seleziona l’immagine di un bassotto, dopo averla inserita insieme al testo corrispondente, l’AI inizia a collegare la parola “bassotto” alla rappresentazione visiva dello stesso animale. Insomma, “l'intelligenza artificiale crea una mappa interna di concetti convertendo immagini e testi in numeri e assegnando ad alcune associazioni probabilità sempre più elevate” fino a che gli addetti al sistema aggiungono “sempre più caos visivo al set dei dati di base delle immagini”.
Questo “disordine visivo”, per intenderci, è uno schema di punti o pixel casuali, simile all'elettricità statica della televisione. E “questa confusione agisce come una sovrapposizione, oscurando l'immagine originale” cosicché “successivamente, l'intelligenza artificiale impara a sottrarre il caos visivo per restituire un'immagine fortemente oscurata a una chiara”.
Il punto di svolta è che nel corso del tempo, “l'intelligenza artificiale diventa talmente brava a ‘ridurre il caos’ delle immagini che acquisisce la capacità di generare un'immagine sempre più dettagliata sottraendola allo stato di confusione iniziale”. Autonomamente, ma su dati introdotti dall’intelligenza umana.