AGI – Acquisire il controllo dell’espressione genica permetterebbe di sviluppare tecniche mirate alla ricostruzione dei tessuti danneggiati, aprendo nuove possibilità per la medicina rigenerativa. A compiere un passo importante verso questa direzione gli scienziati della Duke University, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista 'Stem Cell' per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il gruppo di ricerca ha infatti dimostrato la capacità di controllare l’attività genica in risposta al danno tissutale nei pesci zebra. La capacità di far ricrescere i tessuti danneggiati come fanno abitualmente le lucertole e alcune specie di pesci potrebbe rivoluzionare la medicina rigenerativa. Il team, guidato da Ken Poss, ha utilizzato i meccanismi dei pesci zebra per riparare i danni ai tessuti cardiaci, controllando l’attività genica in risposta al danno.
Gli autori sottolineano l’importanza di riuscire a limitare l’effetto in una regione specifica del tessuto, per evitare che si verifichino crescite incontrollate di gruppi di cellule. Gli esperti hanno considerato la famiglia di potenziatori genici chiamati Tree (tissue regeneration enhancer element), responsabili del rilevamento di una lesione e dell’orchestrazione dell’attività dei geni correlati alla riparazione per la ricostruzione in un luogo specifico. Questi potenziatori possono interrompere l’attività genica quando la guarigione è completata. I Tree sono stati individuati nei moscerini della frutta, nei vermi, nei topi e nel pesce zebra.
“Potrebbero esistere anche nell’organismo umano – ipotizza Poss – potenzialmente nel nostro corpo si trovano decine di migliaia di potenziatori, ma è più semplice prelevare le sequenze dal pesce zebra ed esplorare la possibilità di utilizzarli in un trattamento umano”. Lunghe circa mille nucleotidi, queste sequenze sono ricche di siti di riconoscimento per diversi fattori e stimoli per attaccarsi e modificare l’attività genica. Gli esperti hanno incorporato diversi tipi di Tree ottenuti da pesci zebra nei genomi di topi embrionali.
Grazie a un marcatore visibile, gli studiosi hanno monitorato l’attività del gene, scoprendo che circa la metà degli stimolatori ha funzionato come previsto, agendo sulle lesioni dei tessuti. Una serie di esperimenti su modelli di infarto ha mostrato che i virus contenenti un Tree potevano essere infusi una settimana prima della lesione in modo preventivo. “Tutti e tre i Tree che abbiamo testato – osserva Poss – potrebbero essere efficaci se erogati poco dopo l’infortunio. Speriamo che il nostro lavoro possa aiutarci a raggiungere il controllo dei geni in relazione all’attività di rigenerazione dei tessuti”.
Nei prossimi step, i ricercatori sperano di comprendere meglio quali molecole si legano ai potenziatori, cosa controlla le loro funzioni e dove si trovano nel genoma umano.
“Il pesce zebra condivide gran parte del suo codice genetico con quello umano – conclude Poss – ma la loro capacità di rigenerare il cuore non è stata osservata nella nostra specie. Osservando, studiando e capendo come funziona questa abilità potremmo essere in grado un giorno di curare le lesioni tissutali attraverso una semplice ed efficace terapia genica”.