AGI - Un altro piccolo passo sulla strada della fusione nucleare. Meglio, una “svolta”. Lo scrive il Washington Post nel sottolineare che il Dipartimento dell'Energia ha in programma di annunciare martedì che gli scienziati “sono stati in grado per la prima volta di produrre una reazione di fusione che crea un guadagno netto di energia”, ciò che costituisce una pietra miliare nella ricerca decennale e multimiliardaria per sviluppare una tecnologia che fornisca illimitati, economici megawatt di energia pulita.
Lo scopo della ricerca sulla fusione è replicare la reazione nucleare attraverso la quale si crea energia sul sole senza emissioni di carbonio. Un obiettivo che gli scienziati starebbero inseguendo fin dagli anni ’50 del secolo scorso, anche se – sottolinea il Post – probabilmente “manca ancora almeno un decennio, forse decenni, all'uso commerciale, ma è probabile che l'ultimo sviluppo venga pubblicizzato dall’amministrazione Biden come impegno per un massiccio investimento da parte del governo nel corso degli anni a venire. Tanto più che enormi fondi pubblici e privati sono stati immessi nella corsa alla fusione in tutto il mondo, con l'obiettivo di produrre in ultima analisi macchinari per la fusione che potrebbero portare elettricità alla rete senza tracce di carbonio, senza scorie radioattive e molte meno risorse di quelle necessarie per sfruttare l'energia solare ed eolica. Oltre ai benefici per il clima, i promotori affermano che potrebbe aiutare a portare elettricità a basso costo nelle parti povere del mondo. Ma al momento sono tutti trincerati dietro un rigoroso “no comment”.
La fusione nucleare si basa sulla frantumazione di due atomi a velocità incredibilmente elevate e sulla trasformazione dell'energia di quella reazione in elettricità che può alimentare case e uffici senza emettere carbonio nell'aria o scaricare scorie radioattive nell'ambiente. Annota il Post: “Nei decenni in cui gli scienziati hanno sperimentato le reazioni di fusione, fino ad ora non erano stati in grado di crearne una che producesse più energia di quanta ne consumasse. Sebbene il risultato sia significativo, ci sono però ancora enormi sfide ingegneristiche e scientifiche davanti a noi”.
Per il momento un unico commento, quello di David Edelman, che guida la politica e gli affari globali presso Tae, una grande azienda privata di energia da fusione: "Ci sarà grande orgoglio per il fatto che questo risultato è stato raggiunto negli Stati Uniti, una pietra miliare molto importante sulla strada verso l'energia da fusione".