AGI - La parola chiave è: entomofagia. Letteralmente: consumo umano di insetti. Si dice sia sempre più una tendenza, in cucina. Cucine raffinate, naturalmente. Sta di fatto, però, che “in una limpida mattina d'agosto nel sud-est della Pennsylvania, più di una dozzina di adulti e bambini erano in piedi in un padiglione del parco ad ascoltare lo sfrigolio dei vermi passati nella farina che saltavano in una padella bollente”, racconta il Washington Post.
Il massimo dell’attenzione e dell’eccitazione lo si è avuto però quando, ad un tratto, un verme bell’infarinato è saltato fuori dalla padella e Adeline Welk, una bimba di sei anni, l’ha acchiappato e se l’è messo in bocca, masticandolo e deglutendolo, soddisfatta: “Non è poi così male”, ha esclamato.
Lisa Sanchez, naturalista del Dipartimento parchi e attività ricreative della contea di Lancaster, che ha insegnato questa pratica per 25 anni, incoraggia le persone a mangiare insetti, in parte, anche per alleggerire le “impronte ambientali”, che null’altro sono che il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle.
Ne volete sapere una su tutte? “Gli insetti d'allevamento producono molto meno gas serra e richiedono molta meno terra e acqua rispetto al bestiame convenzionale”, scrive il Times, tant’è che gli insetti generano anche più biomassa con meno input. “I grilli, ad esempio, sono 12 volte più efficienti delle mucche nel convertire il mangime in peso commestibile”.
L'industria degli insetti commestibili è in espansione
Sulla terra abbiamo ormai raggiunto da poche settimane quota 8 miliardi di individui e, secondo una stima, “già due miliardi di persone mangiano insetti”, principalmente in alcune parti dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia. Una consuetudine millenaria a cui non sarà difficile che un giorno possa approdarvi anche la popolazione occidentale.
Anche perché, si legge sul quotidiano americano, “l'industria degli insetti commestibili sta crescendo” al punto tale che un rapporto ad hoc prevede che “il mercato raggiungerà i 9,6 miliardi di dollari entro il 2030”. Ma già i consumatori possono trovare alimenti come formiche salate su Amazon e barrette proteiche in polvere di grilli nei negozi di alimentari svizzeri.
Come vincere la diffidenza
Negli ultimi anni sono state numerose le storie che hanno esaltato le virtù del consumo d’insetti. Anche se prima che essi possano diventare cibo comune, le persone devono convincersi che questi esseri a sei o più zampe sono, in realtà, commestibili. Ma la ricerca e l’incentivo sono già partiti, perché “attraverso esperimenti di degustazione, sondaggi e dimostrazioni educative, ricercatori, imprenditori ed educatori stanno approfondendo la psicologia dei consumatori scoprendo che la resistenza al consumo di insetti può essere forte”. E quindi si stanno attrezzando per vincerla.
In che modo? Facendo superare il disgusto iniziale all'idea di mangiare qualcosa che viene spesso considerato sporco e impuro". Un disgusto che però, assicurano i ricercatori, svanisce una volta che le persone assaggiano davvero gli insetti. Se fritti, ad esempio, sono più che croccanti.