AGI - Il consumo di cereali raffinati sembra associato a un rischio più elevato di sviluppare malattie cardiache premature. Lo rivela uno studio, presentato durante il congresso dell'American College of Cardiology (ACC) dagli scienziati del Centro di ricerca cardiovascolare di Isfahan e dell'Istituto di ricerca cardiovascolare presso l'Università di scienze mediche di Isfahan, che hanno esaminato la popolazione iraniana. Il team, guidato da Mohammad Amin Khajavi Gaskarei, ha coinvolto 2.099 persone con malattia coronarica, 1.168 soggetti sani e 1.369 pazienti con malattia coronarica non precoce. Tramite un questionario, i ricercatori hanno raccolto le informazioni relative al consumo di cereali e altri alimenti.
Stando a quanto emerge dall'indagine, una maggiore assunzione di cereali raffinati sembrava collegata a un incremento delle probabilità di sviluppare malattie cardiache e coronariche premature (PCAD), ovvero il restringimento aterosclerotico delle arterie coronarie nei maschi sotto i 55 anni o nelle femmine sotto i 65 anni.
Spesso asintomatica agli esordi, questa condizione può portare a dolore toracico, infarto e altre problematiche. Tra i fattori di rischio rientrano fumo, colesterolo alto, pressione alta e diabete. "Per quanto riguarda gli effetti sulla salute - osserva Khajavi Gaskarei - una dieta ricca di cereali raffinati è simile a un'alimentazione con eccesso di zuccheri e oli malsani".
L'assunzione di cereali integrali, invece, riportano gli autori, era associata a una riduzione del rischio di PCAD. "La letteratura scientifica esistente - commenta Khajavi Gaskarei - suggerisce che c'è un aumento del consumo di cereali raffinati a livello globale, per cui è importante educare le persone sui benefici associati alle controparti integrali".