AGI - Verificare la presenza di un'infezione da SARS-CoV-2 in modo sicuro, affidabile e non invasivo potrebbe essere presto possibile grazie a uno speciale cerotto che si applica sulla pelle e restituisce un risultato in circa tre minuti. Delineata sulla rivista Scientific Reports, questa interessante prospettiva emerge da uno studio degli scienziati dell'Università di Tokyo, che hanno elaborato un nuovo metodo per rilevare gli anticorpi specifici per il nuovo coronavirus.
L'identificazione inefficace degli individui infetti da SARS-CoV-2 ha gravemente limitato la risposta globale alla pandemia di Covid-19, spiegano gli autori. Allo stesso tempo, l'alto tasso di infezioni asintomatiche, che secondo le stime attuali sarebbe compreso tra il 16 e il 38%, ha esacerbato la difficoltà di individuare i casi positivi e interrompere le catene di contagio. Le opzioni attualmente disponibili per riconoscere gli individui infetti sono limitate dai costi elevati, dall'invasività delle procedure, dalle lunghe tempistiche per ottenere un responso o dalla necessità di attrezzature specifiche.
Il team, guidato da Leilei Bao, ha ideato una procedura che restituisce risultati attendibili in pochi minuti analizzando il liquido interstiziale (ISF), che si trova negli strati dell'epidermide e del derma della pelle umana. "Il livello di anticorpi presenti nell'ISF - afferma Bao - risulta inferiore rispetto ai quantitativi che si osservano nel sangue, ma comunque sufficiente per effettuare test di rilevamento". I ricercatori hanno sviluppato un approccio innovativo per campionare e testare questa sostanza.
"Abbiamo realizzato dei microaghi porosi biodegradabili fatti di acido polilattico - spiega Beomjoon Kim, collega e coautore di Bao - questi possono prelevare l'ISF dalla pelle. Successivamente, abbiamo costruito un biosensore immunologico in grado di rilevare gli anticorpi specifici per SARS-CoV-2". Gli scienziati hanno quindi prodotto un cerotto compatto in grado di rilevare gli anticorpi in loco entro 3 minuti.
"Questo dispositivo - commentano gli autori - ha un grande potenziale per lo screening rapido di Covid-19 e, in linea teorica, potrebbe essere riadattato per rilevare la presenza di altre infezioni. Allo stesso tempo sarebbe un'opzione attendibile, efficace e a basso costo, adatta anche alle zone a basso reddito, un obiettivo chiave per la gestione globale delle epidemie".