AGI - Più del 12% degli oltre 500mila nuovi immigrati che tra il 2011 e il 2019 hanno scelto di venire a Roma sono il frutto di una migrazione tutta interna al nostro paese.
L’Istituto di studi sul Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismed) presenterà il volume “Le strade per Roma. Rapporto 2021 sulle migrazioni interne in Italia” (Il Mulino editore) a cura di Michele Colucci e Stefano Gallo il 17 novembre 2021 alle 17 presso la Biblioteca Enzo Tortora di Roma (via Nicola Zabaglia 27B, Testaccio).
E il volume propone per la prima volta ricerche specifiche sull’enorme mole di flussi migratori provenienti dall’Italia che in età contemporanea si sono diretti verso la capitale, trasformandola in profondità.
“La crescita dei movimenti migratori verso Roma è stata fortissima soprattutto negli anni ‘50 e ’60 del ‘900, quando la città ha conosciuto un incremento demografico di circa un milione di persone, all’interno del quale il 58% riconducibile proprio alla migrazione interna”, spiega Colucci. “Successivamente la crescita si è arrestata, per riprendere nella seconda decade di questo secolo, anche se in modo più contenuto. I residenti sono infatti passati dai circa 2.297.000 del 2011 ai circa 2.848.000 del 2019, un incremento che si deve in maggioranza alle immigrazioni straniere ma per il 12,3% anche alle migrazioni interne. Roma si conferma quindi un grande attrattore di movimenti migratori a livello nazionale”.
Saggi storici, demografici, antropologici, sociologici si concentrano sulle provenienze e sui processi di inserimento. Calabresi, siciliani, pugliesi, campani, sardi, lucani, abruzzesi, marchigiani, ma anche piemontesi e veneti, in tempi e modalità diverse sono venuti a vivere nella capitale, attraverso percorsi in alcuni tratti simili a quelli seguiti dagli immigrati stranieri.
Nel report questi movimenti vengono illustrati anche nelle loro diversità. “Non solo lavoratori ma anche moltissimi studenti, che scelgono la città anche a seguito della moltiplicazione dell’offerta universitaria. Non solo immigrazioni dirette verso i quartieri popolari ma anche legate al ceto medio. Nel libro è presente anche una lunga testimonianza che restituisce la storia di un luogo oggi scomparso: la baraccopoli di Campo Parioli, dove tra gli altri vivevano migliaia di immigrati, nei pressi dell’attuale Auditorium Parco della musica”, conclude Gallo.