AGI - Gli astrofotografi siciliani incantano di nuovo la Nasa. Questa volta l'agenzia spaziale americana ha selezionato come foto del giorno quella del ragusano Giancarlo Tine', appassionato dell'Etna e cultore della fotografia di paesaggio. Nell'immagine, di grande spettacolarità' (https://apod.nasa.gov/apod/astropix.html) viene colto "un pilastro di luce vulcanica".
"I pilastri di luce - spiega la Nasa in un commento alla foto - sono causati dalla luce solare e quindi appaiono come una colonna luminosa che si estende verso l'alto sopra un sole che sorge o tramonta. Altri pilastri luminosi, alcuni piuttosto colorati, sono stati di solito registrati sopra le luci di strade e di case. In questo caso il pilastro è illuminato dalla luce rossa emessa dal magma incandescente di un vulcano in eruzione. Il vulcano è l'Etna, in Italia, e l'immagine in primo piano è stata catturata con un singolo scatto poche ore dopo il tramonto a meta' giugno. Le temperature gelide sopra la nuvola di cenere del vulcano hanno creato cristalli di ghiaccio sia nei cirri in alto sopra il vulcano, sia nel vapore acqueo condensato espulso dall'Etna. Questi cristalli di ghiaccio, per lo più piatti verso il suolo ma svolazzanti, riflettevano poi la luce proveniente dalla caldera del vulcano".
Ragusano, 47 anni, Tinè, è appassionato dell'Etna e cultore della fotografia di paesaggio, sia per quanto riguarda le atmosfere dei luoghi della sua terra, sia per quanto riguarda fenomeni, "topos" e istanti straordinari che la natura ci regala. "La foto è stata scattata dai megaliti dell'Argimusco nel giugno di quest'anno, durante uno dei trekking fotografici che spesso organizzo".
I megaliti di Argimusco, nell'area di Montalbano Elicona, nel Messinese, sono rocce di arenaria quarzosa, che hanno assunto nel corso del tempo forme zoomorfe e antropomorfe. "In quel periodo - prosegue Tinè, raccontando il momento dello scatto - l'Etna aveva un parossismo ogni due giorni. Ogni evento era di durata breve, e si metteva di nuovo a riposo. La cadenza diventò quasi regolare. Fu pura fortuna, ci trovavamo in un posto magico - da li' c’è una magnifica vista sull'Etna, sui Nebrodi e sulle Eolie - e verso la sera, alle 21.30, abbiamo cominciato a scattare da uno dei megaliti più alti. Ci siamo accorti di questo raggio luminoso, e ho scattato. Non ho usato filtri. Solo dopo, documentandomi con Marcella Giulia Pace (astrofotografa ragusana i cui lavori sono spesso selezionati dalla Nasa, ndr), ho saputo che si trattava di un pilastro di luce".