AGI - Sfruttare la modulazione del microbioma intestinale e la terapia genica potrebbe ridurre significativamente l’elevato numero di decessi legati all’obesità che ancora oggi si verificano in tutto il mondo.
A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Endocrine Reviews, condotto dagli scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, che hanno eseguito una revisione sistematica dei numeri collegati alla condizione di obesità.
Sono più di quattro milioni le morti che ogni anno si verificano a causa di patologie correlate all’obesità, spiegano gli autori, ma molti pazienti non ricevono trattamenti adeguati.
Negli Stati Uniti, continuano gli esperti, si stima che circa il 50 per cento della popolazione adulta e il 20 per cento dei bambini stiano combattendo con il peso in eccesso, il che porta i pazienti a non rivolgersi a strutture sanitarie finché non si manifestano i sintomi delle comorbilità conseguenti alla malattia, specialmente nei casi di mancanza di copertura assicurativa.
Il team, guidato da Christos S. Mantzoros, ha tracciato i percorsi molecolari e ormonali che possono portare all’obesità e alle problematiche ad essa associate, come diabete, fegato grasso e difficoltà cardiovascolari.
I ricercatori sottolineano la necessità di terapie per l’obesità più sicure ed efficaci, compresi nuovi sistemi di somministrazione di farmaci, vaccini, modulazione del microbioma intestinale e terapia genica.
Approcci combinati potrebbero portare a percentuali significative nella perdita di peso con minori effetti collaterali.
“Migliorando la nostra comprensione dell’obesità – spiega Mantzoros – possiamo individuare farmaci mirati e più efficaci per facilitare la perdita di peso. La chirurgia bariatrica può portare a una perdita di peso fino al 40 per cento, ma si tratta di un intervento invasivo e che può provocare complicazioni. Le compagnie assicurative – continua l’autore – dovrebbero tenere in considerazione i dati di studi e progressi scientifici, in modo da coprire farmaci e trattamenti mirati e specifici. In ogni caso sarebbe più conveniente prevenire le conseguenze più gravi dell’obesità piuttosto che intervenire dopo la comparsa dei sintomi”.