AGI - Un pianeta gigante gassoso, di massa equivalente a quella di Giove, è stato rilevato durante la sua orbita attorno ad una stella nana bianca nella Via Lattea.
A scoprirlo sono stati gli astronomi dell’Università della Tasmania, di Hobart in Australia, ed il loro studio è stato pubblicato su Nature.
Sebbene i modelli teorici abbiano implicato che pianeti di queste dimensioni e in un’orbita simile potrebbero essere in grado di sopravvivere alla morte delle loro stelle ospiti – durante il passaggio dalla fase di gigante rossa a quella di nana bianca – nessun pianeta del genere era mai stato osservato in precedenza.
Joshua Blackman e colleghi hanno raccolto dati dal campo che circonda il pianeta di massa gioviana MOA2010BLG477Lb, scoperto in precedenza attraverso la tecnica del microlensing gravitazionale, una tecnica sensibile anche ai pianeti freddi e che non dipende dalla luce della stella ospite per la misurazione.
Il microlensing sfrutta il passaggio di una stella lungo la linea di vista, tra l’osservatore e l’oggetto osservato; la curvatura dello spazio attorno a questa stella funge da lente e si ottiene così un ingrandimento dell’oggetto, come se si avesse a disposizione un telescopio di dimensioni astronomiche, capace di rilevare anche i resti di stelle come le nane bianche.
Gli autori hanno determinato che questo pianeta si è formato contemporaneamente alla sua stella ospite ed è riuscito a sopravvivere dopo che la stella ha smesso di bruciare idrogeno nel suo nucleo.
In precedenza, si pensava che i pianeti giganti gassosi in orbita attorno alle nane bianche si spostassero in orbite a 5 o 6 unità astronomiche (AU) di distanza, ma questo pianeta si trova soltanto a circa 2,8 AU dalla sua stella.
Una unità astronomica (AU) equivale alla distanza media tra la Terra e il Sole. Questi risultati forniscono la prova che i pianeti possono sopravvivere alla fase finale dell’evoluzione della loro stella ospite e supportano la previsione che oltre la metà delle nane bianche abbia compagni planetari simili.