AGI – Utilizzando le cellule staminali embrionali è possibile realizzare tessuto cartilagineo umano potenzialmente adatto al trattamento di numerosi disturbi.
A dimostrarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell’Università di Southampton, che hanno elaborato un nuovo metodo che potrebbe portare a sviluppare un percorso terapico contro i danni alla cartilagine.
Il tessuto cartilagineo, spiegano i ricercatori, è un tessuto connettivo di sostegno specializzato fondamentale per proteggere le ossa, ridurre la frizione durante lo scorrimento sulle superfici articolari e fornire sostegno ai tessuti molli. La cartilagine è tuttavia suscettibile a una serie di danni dovuti all’usura quotidiana o a traumi da lesioni sportive o cadute.
L’approccio chirurgico attualmente utilizzato per ripristinare le regioni della cartilagine danneggiate non ha sempre del tutto successo, principalmente perché la sopravvivenza del tessuto di riparazione diminuisce significativamente nell’arco di 5-10 anni.
Il team, guidato da Franchesca Houghton e Rahul Tare, ha generato del tessuto cartilagineo in laboratorio differenziando le cellule staminali embrionali in cellule cartilaginee, che sono state utilizzate per realizzare strutture tridimensionali senza materiali di supporto sintetici o naturali.
Il risultato finale, precisano gli autori, è strutturalmente e meccanicamente paragonabile alla controparte organica, per cui potrebbe fornire un supporto stabile e a lungo termine potenzialmente più efficace rispetto alle attuali opzioni di trattamento.
“Siamo davvero entusiasti di questi risultati – afferma Franchesca Houghton della facoltà di Medicina dell’Università di Southampton – la capacità di generare cartilagine artificiale dalle proprietà simili al tessuto naturale ha il potenziale per fornire un prodotto di ingegneria tissutale per il trattamento di numerosi disturbi”.