AGI – L’analisi dei genomi di tutte le cinque specie viventi e di tre lignaggi estinti ha portato a colmare alcune lacune sull’albero genealogico evolutivo dei rinoceronti. Questo il risultato raggiunto dagli scienziati del Centro di Paleogenetica del Museo Svedese di Storia Naturale, della China Agricultural University, dell'Università di Copenaghen, che hanno descritto le loro scoperte sulla rivista Cell. Il team ha rivelato la divisione più antica tra i lignaggi africani ed eurasiatici, avvenuta circa 16 milioni di anni fa.
“Ora possiamo dimostrare che il ramo principale dell'albero della vita dei rinoceronti riguarda le due regioni geografiche dell’Africa e dell’Eurasia – afferma Love Dalén, del Centro di Paleogenetica del Museo Svedese di Storia Naturale – Abbiamo poi scoperto che tutti i rinoceronti, anche quelli estinti, sono caratterizzati da una diversità genetica relativamente bassa. Questo significa che parte del pericolo di estinzione degli esemplari odierni, dovuto alla bassa diversità genetica, può essere ricondotto direttamente alla loro biologia”.
“Negli ultimi due milioni di anni – aggiunge Mick Westbury, dell'Università di Copenaghen – tutte le otto specie che abbiamo considerato mostravano una diminuzione lenta e costante delle dimensioni della popolazione”.
Gli scienziati hanno sviluppato nuovi strumenti di analisi per tenere conto delle differenze tra i dati considerati. “Possiamo considerare i nostri risultati in un’ottica ambivalente – commenta Shanlin Liu, della China Agricultural University – da un lato i bassi livelli di diversità genetica sembrano far parte della storia dei rinoceronti, ma dall’altro oggi osserviamo un aumento di problemi di salute legati alla consanguineità e alle mutazioni che possono provocare malattie. Il recente calo della popolazione causato dal bracconaggio e dalla distruzione dell’habitat potrebbe quindi aver avuto un impatto significativo sui genomi degli elefanti”.
Le informazioni ricavate, spiegano gli autori, potrebbero essere utili per guidare i programmi di recupero e concentrarsi sulle misure volte ad aumentare le dimensioni della popolazione piuttosto che la diversità genetica individuale.
“Speriamo che gli ulteriori confronti genomici tra i rinoceronti possano fornire un quadro più completo per comprendere meglio gli spostamenti delle popolazioni e la storia dei rinoceronti – conclude Westbury – allo stesso tempo indagheremo per capire se le attività antropiche possano aver contribuito alla scomparsa di alcune specie”.